Dopo 10 anni Pesaro ritrova il Museo Oliveriano. E per il visitatore sarà un vera sorpresa

Dopo 10 anni Pesaro ritrova il Museo Oliveriano. E per il visitatore sarà un vera sopresa
Dopo 10 anni Pesaro ritrova il Museo Oliveriano. E per il visitatore sarà un vera sopresa
di Elisabetta Marsigli
4 Minuti di Lettura
Martedì 2 Agosto 2022, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 10:20

PESARO - Forse valeva davvero la pena di attendere qualche mese in più per vedere il risultato del nuovo allestimento del Museo Archeologico di Palazzo Almerici che documenta mille anni di storia del territorio.

Galeotta fu la perdita d’acqua che ne impose la chiusura nel novembre del 2012, ormai 10 anni fa e contemporaneamente permise di cogliere l’occasione per un nuovo allestimento, un lavoro spesso ostacolato da diverse difficoltà, tra cui il patto di stabilità che bloccava le risorse del Comune di Pesaro, giunte oggi a 1 milione e 200mila euro. Collocato al piano terreno di Palazzo Almerici, l’Oliveriano è uno dei musei più antichi delle Marche che nasce dal lascito testamentario di Annibale degli Abbati Oliveri (1708-1789), lascito in cui confluì anche una notevole quantità di reperti donatagli, alcuni anni prima, dall’amico Giovan Battista Passeri (1684-1780).

Il lungo lavoro

«Sono tante le persone dietro un lavoro lungo e sempre attivo in tutti questi anni a partire dal 2013. - ha spiegato Daniele Vimini vicesindaco e assessore alla Bellezza - Scegliere il 1 agosto per questa preview è un modo per ricordare la prima inaugurazione del museo svoltasi il 31 luglio 1892, ma anche per iniziare a svelare una parte consistente dei lavori: la parte espositiva del museo è finalmente pronta, manca solo la parte che verrà ultimata in vista dell’inaugurazione in autunno, quella relativa ai servizi (bookshop, bagni a piano terra, biglietteria, sala).

Il tema dell’Oliveriano è stato portato avanti anno per anno con fondi vincolati per questa destinazione precisa. Si è lavorato per avere tutti gli spazi necessari al museo. Anche il progetto museografico ha una storia lunga legata alla mostra di Kounellis del 2016, un evento che ha segnato l’offerta culturale della città. Mi piace sottolineare che il progetto del museo Oliveriano si inserisce perfettamente nel piano di rigenerazione urbana che coinvolge via Mazza e via Castelfidardo, cui si affianca il finanziamento “qualità dell’abitare” per arrivare infine al completamento di tutto quello di cui il Palazzo Almerici ha bisogno per un totale di 8 milioni».

Le visite guidate

In attesa dell’apertura ufficiale prevista in autunno, già da oggi ci saranno visite guidate mirate con il mondo della scuola, per i residenti e i commercianti della zona e per categorie legate a questo luogo della cultura e a questa zona nevralgica del centro. Oltre al vicesindaco erano presenti Fabrizio Battistelli e Brunella Paolini presidente e direttore dell’Ente Olivieri-Biblioteca e Musei Oliveriani, Chiara Delpino archeologa del Ministero della Cultura, l’ingegnere Maria Cristina Rossi del Servizio Opere Pubbliche del Comune di Pesaro, l’architetto Simone Capra dello studio Startt, ma la lista di persone presenti ieri che hanno lavorato al progetto è davvero lunghissima e comprende anche l’ufficio Cultura del Governo Svizzero che ha sostenuto il progetto di restauro dei corredi della Necropoli di Novilara, elaborato dai funzionari della Soprintendenza delle Marche, restauratori grafici e imprese. LPartendo dal presupposto che “l’archeologia non studia gli oggetti, ma racconta le persone” e anche se intervenire su un museo esistente non è mai semplice, nel caso dell’Oliveriano si è scelto di lavorare in modo radicale affinché un patrimonio ricco e prezioso possa essere fruito da un pubblico universale, mettendo con cura in evidenza le storie delle persone, ma affrontando anche un dialogo con l’arte contemporanea, con un omaggio a Jannis Kounellis, grande maestro dell’arte italiana, e al suo uso artistico del frammento. 

L'allestimento 


Mille anni di storia del territorio, dal periodo piceno alla tarda età imperiale, che si articola in quattro sezioni espositive, vere e proprie chiavi di narrazione dell’intero corpus delle collezioni: la necropoli picena di Novilara, il lucus pisaurensis (importante luogo di culto connesso alla romanizzazione del territorio, scoperto dallo stesso Olivieri sulla collina di Santa Veneranda), il municipio di Pisaurum e il collezionismo settecentesco. 4 macro-aree in cui l’esposizione è organizzata in ordine cronologico per singoli argomenti. Le luci scelte, i pannelli esplicativi e la disposizione dei reperti coinvolge il visitatore in un percorso anche emotivo, in grado di percepire il senso della vita e di una quotidianità così antica, rendendola più vicina al nostro sentire.

© RIPRODUZIONE RISERVATA