Distrutte le opere post alluvione, il sindaco di Cantiano: «Il territorio non è in sicurezza». Vietato l'accesso al Catria

Distrutte le opere post alluvione, il sindaco di Cantiano: «Il territorio non è in sicurezza». Vietato l'accesso al Catria
Distrutte le opere post alluvione, il sindaco di Cantiano: «Il territorio non è in sicurezza». Vietato l'accesso al Catria
di Véronique Angeletti
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Lunedì 5 Giugno 2023, 07:11 - Ultimo aggiornamento: 11:08

CANTIANO - Il massiccio del Catria non pagherà il prezzo dell’indifferenza. Anche perché, alla luce del moltiplicarsi degli eventi estremi, la montagna, storico volano dell’economia del comprensorio, sta mostrando tutta la sua fragilità ed è impossibile ignorare i nuovi danni e le cicatrici lasciati dal maltempo.

Il vortice temporalesco di sabato scorso concentrandosi sul triangolo Acquaviva, Tenetra e Valpiana fino a fare franare, in quest’ultima località, il pendio e quasi cancellare l’anfiteatro naturale, ha distrutto lavori che dovevano sanare i danni del 15 settembre.

Flaminia riaperta alle 22

Per Alessandro Piccini, il sindaco di Cantiano, è una questione prima di tutto di messa in sicurezza del territorio. «L’Anas lavorando alacremente già dopo le 22 di sabato ha riaperto in ambedue le direzioni la statale 3 Flaminia, ma occorre ora approfondire sulla pericolosità dello scivolamento del monte ed intervenire di conseguenza».

Questi ultimi episodi di maltempo confermano che è inutile sistemare le strade in maniera provvisoria, vanno invece ripensati tutti i meccanismi di tenuta dei flussi di acqua perché si sono create delle nuove dinamiche dopo l’alluvione del 15 settembre scorso che vanno studiate per regimentare correttamente le acque e convogliarle da monte, prima che prendano velocità e portino materiale a valle.

Non basta il commissario

«Non possiamo affidarci - ribadisce Piccini - alle sole competenze della struttura commissariale per “aggiustare ciò che si è rotto” ma abbiamo bisogno, con il coinvolgendo di tutti gli enti preposti, di un programma di interventi che ridisegni l’intero tessuto idrografico, inserendo a pieno titolo l’intero comprensorio del Catria nei piani d’investimento ordinari sul dissesto idrogeologico, in aggiunta e non in alternativa alle risorse stanziate per la sola emergenza post 15 settembre». 

Una nuova visione condivisa dal presidente dell’Unione montana del Catria Nerone, Alberto Alessandri, che, come sindaco di Cagli da sabato è alle prese con smottamenti impressionanti nella frazione di Acquaviva, sulla strada che collega la città del torrione a Frontone, ed esondazioni nei quartieri vicino al Burano. 

L'economia a rischio

«La resilienza - osserva - è una nostra virtù ma abbiamo bisogno di soluzioni perché ne va della nostra economia».

Ludovico Caverni, il sindaco di Serra Sant’Abbondio, ricorda che il comprensorio subisce il cambiamento climatico già in atto, il che impone una sorveglianza satellitare e nuovi investimenti. Chiede ai suoi montanari di non salire in quota per ragioni di sicurezza.

«Anche perché il monte è blindato e su richiesta della Prefettura» ricorda Damiano Bartocetti, sorvegliante di zona per la Provincia della mobilità che ha seguito di persona l’evolversi della situazione dalle prime ore. «Questo in attesa di una riunione specifica sula viabilità - precisa - perché il Catria è un asset dell’economia del turismo e del tempo libero». 

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