PESARO - Lo spaccio? Una “necessità” perchè non trova lavoro e in qualche modo deve pur campare. E’ la motivazione fornita al giudice ieri mattina dall’albanese di 33 anni che venerdì scorso è stato arrestato dalla polizia di Pesaro. Ieri mattina si è tenuta l’udienza di convalida e l’uomo, residente a Rimini, rimarrà in carcere. Al magistrato il 33enne, che fino all’arresto per la giustizia era un perfetto sconosciuto, ha detto di essere disoccupato e quindi di smerciare droga per sbarcare il lunario.
E, detto tra parentesi, il lunario fino al momento delle manette lo stava sbarcando benissimo dato che a fare una botta di conti il giro di droga e di affari stimato sarebbe stato di 15.000 euro alla settimana, ovvero di 60mila euro al mese.
La movida e il divertimento infatti portano a una richiesta più alta per garantirsi lo sballo completo. Così lo hanno aspettato sulla statale 16 e lo hanno fermato. All’interno del mezzo sono state trovate otto dosi di cocaina per un totale di 23 grammi. Ma la perquisizione è stata estesa anche alla sua abitazione romagnola grazie all’aiuto della squadra mobile di Rimini. In casa sono stati trovati ben 270 grammi di cocaina. Motivo per cui l’albanese, disoccupato e incensurato, è stato arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Ieri mattina difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù del foro di Rimini il 33enne ha detto di spacciare per necessità in quanto disoccupato.
Per gli inquirenti però si tratterebbe di un personaggio di spicco nell’ambito della fornitura di cocaina nella zona Pesarese. Non un banale pusher ma un fornitore di cocaina all’ingrosso per altri spacciatori pronti a tagliare la droga e aumentarne il commercio. L’arresto è stato convalidato e resterà in carcere in attesa di giudizio.