Business di rifiuti, maxi discarica di Riceci a oltre 500 metri dalle abitazioni. Contraddette le rassicurazioni dell'assessore Aguzzi

Business di rifiuti, maxi discarica a oltre 550 metri dalle abitazioni. Contraddette le rassicurazioni dell'assessore Aguzzi
Business di rifiuti, maxi discarica a oltre 550 metri dalle abitazioni. Contraddette le rassicurazioni dell'assessore Aguzzi
di Lorenzo Furlani
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Mercoledì 26 Aprile 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 07:20

PETRIANO - Il business dei rifiuti speciali è approntato. È un grande affare economico il progetto per la realizzazione di un “impianto complesso polifunzionale di discarica per rifiuti speciali non pericolosi” nella località Riceci del comune di Petriano, a poca distanza dal confine con Urbino e, quindi, dalla località di Ponte Armellina.

La società che l’ha presentato alla Provincia per l’autorizzazione è Aurora srl di Rimini, ma il presidente del Consiglio di amministrazione è Mauro Tiviroli, amministratore delegato della pesarese Marche Multiservizi, che detiene il 40% del capitale (pari a 150mila euro) nella prospettiva di acquisire il pacchetto di maggioranza, verosimilmente al passaggio all’eventuale fase esecutiva del progetto. 

L’iniziativa convolge Mms

L’iniziativa privata intende dare una risposta all’esigenza delle aziende pesaresi, rappresentata più volte dalla presidente di Confindustria Baronciani, di abbattere i costi per lo smaltimento dei rifiuti produttivi, che ora vengono portati fuori regione.

Ed è un progetto imponente, perché secondo la relazione prodotta dalla società proponente, nella piccola valle di Riceci che forma un anfiteatro naturale, dove fino agli anni ‘90 era attiva un modesta discarica comprensoriale, si abbancherebbero in 25 anni 5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, al ritmo di 200mila all’anno, ovvero i 4/5 delle quantità complessivamente prodotte nelle Marche (250mila tonnellate) nelle seguenti tre categorie: i rifiuti produttivi che non possono essere riciclati e finiscono direttamente in discarica, i residui delle lavorazioni dei rifiuti di attività industriali, artigianali, commerciali e di servizi e gli scarti delle operazioni di recupero delle frazioni della raccolta differenziata dei rifiuti urbani.

Gli scarti trattati

Queste ultime due specie sono i rifiuti di ritorno del processo circolare di riuso dei materiali di scarto, i cosiddetti sovvalli. Si tratta di attività affidate dalla legge al mercato e sottratte alla pianificazione pubblica, che riguarda solamente la gestione della raccolta dei rifiuti urbani e dello smaltimento della loro frazione indifferenziata.
Rispetto alla produzione marchigiana, il progetto prevede di trattare per 1/4 delle quantità (50mila tonnellate all’anno) i rifiuti delle imprese delle regioni limitrofe (ricomprendendo probabilmente la filiera di Hera, partner privato di Mms).

Nel punto centrale, il sito dista circa 650 metri dal più prossimo insediamento produttivo di Ponte Armellina, 1.200 metri dall’abitato di Gallo di Petriano, 1.400 metri dal parco dell’Armellina. 
Secondo l’istanza all’esame della Provincia, le rassicurazioni dispensate da tutte le cariche istituzionali alla popolazione, che è in allarme da molti mesi per le voci sull’insediamento nel territorio di una discarica, sarebbero una foglia di fico.

L’assessore regionale all’ambiente Stefano Aguzzi per primo (poi il presidente della Provincia, il sindaco di Petriano e, infine, la consigliera regionale Vitri) hanno dichiarato che il piano regionale di gestione dei rifiuti vieta discariche a meno di 2.000 metri dai centri abitati.

La deroga del piano

In realtà nel piano c’è una deroga che riduce la distanza minima a 500 metri dagli ambiti residenziali, purché siano smaltiti prevalentemente i rifiuti urbani e i rifiuti speciali non pericolosi, quindi, non superino il 50% del totale. E la società Aurora si impegna ad accogliere nel sito per oltre la metà della capienza sovvalli della raccolta differenziata riconoscendone l’origine urbana, forte della normativa che dal 2019 obbliga a tracciare questa provenienza. 

Interpretazione controversa

In realtà, c’è una contraddizione con la lettera del piano perché al riguardo la legge nazionale (il testo unico ambientale) è chiara nel distinguere le specie dei rifiuti urbani e speciali, classificando come speciali “i rifiuti derivanti dalla attività di recupero”. Ma del resto la stessa Regione ha sdoganato questa interpretazione quando, nella trattativa con l’Ata di Pesaro Urbino sulle quantità dei rifiuti speciali conferibili nelle discariche sotto il controllo pubblico, ha proposto di considerare urbani i residui del recupero della raccolta differenziata (proposta, peraltro, respinta a favore del prolungamento di un anno della gestione dell’impianto di Ca’ Asprete).
Il progetto della discarica di Riceci occupa una superficie complessiva di 24 ettari (27 con i movimenti della terra), di cui 15 ettari per l’abbancamento dei rifiuti, il 32% di quest’area è costituito dal vecchio sito di smaltimento, che verrebbe risanato con la rimozione dei rifiuti eventualmente ancora presenti.

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