TERRE ROVERESCHE - Una sinergia ambientale e finanziaria tra la costruzione e l’esercizio del digestore anaerobico e la gestione post mortem della discarica comprensoriale. È quanto propone ai sindaci dell’ex Comunità montana del Metauro la società Feronia, titolare dell’autorizzazione a realizzare a Ca’ Rafaneto di Barchi, a meno di 300 metri dalla discarica chiusa nel gennaio 2014, un biodigestore per produrre metano lavorando 40mila tonnellate all’anno di rifiuti organici urbani e 10mila di biomasse vegetali.
Gli oneri pubblici
Feronia, peraltro secondo l’input preliminare del sindaco di Terre Roveresche Sebastianelli che poi ha osteggiato il progetto, si farebbe carico del risanamento ambientale complessivo della discarica e i 7 Comuni proprietari (Fossombrone, Isola del Piano, Mondavio, Montefelcino, Colli al Metauro, Sant’Ippolito e Terre Roveresche), i cui cittadini pagano con la Tari i costi della gestione post mortem, godrebbero dell’abbattimento degli oneri, che attualmente coprono in sostanza solo lo smaltimento del percolato, non essendo stata eseguita la copertura finale con terra di riporto (il cosiddetto capping) per la quale non sono stati preventivamente accantonati fondi sufficienti.
Questo è quanto comunica la società Feronia attraverso l’amministratore delegato Francesco Deangelis e i suoi tecnici.
Le sinergie tecniche
Secondo il progetto di Feronia la copertura richiede 70mila metri cubi di terra che sarebbero ottenuti abbassando il piano di costruzione con una variante non sostanziale. Analoga variante basterebbe per l'uso biogas mentre il percolato da smaltire richiederebbe un supplemento di autorizzazione. I Comuni dovrebbero pagare un canone per 30 anni che Feronia assicura sarà inferiore ai 592mila euro annuali ora sborsati.
Il progetto prevede anche la distribuzione per l’autotrazione in impianti del territorio del metano prodotto e liquefatto con sconti agli utenti in base all’organico conferito. In alternativa Feronia ha già il consenso della Snam all’immissione in rete del metano nell'originario stato gassoso presso l’accesso dell’azienda Alluflon, a 1,6 chilometri di distanza.