Check up dei parlamentari eletti nella provincia di Pesaro Urbino: poco attenti al territorio e scarsamente incisivi

Check up dei parlamentari eletti nella provincia di Pesaro Urbino: poco attenti al territorio e scarsamente incisivi
Check up dei parlamentari eletti nella provincia di Pesaro Urbino: poco attenti al territorio e scarsamente incisivi
di Lorenzo Furlani
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Mercoledì 3 Agosto 2022, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 17:23

PESARO - Parlamentare per caso, parlamentare per carriera, parlamentare per occupare un posto. Pochi degli eletti alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica, secondo la tendenza della politica al professionismo e di converso gli effetti di scelte degli elettori sempre più fluide, possono rivendicare per biografia e impegno l’estraneità a questa griglia di opzioni e ciò vale anche per la rappresentanza parlamentare della provincia di Pesaro Urbino della XVIII legislatura, giunta a scadenza anticipata dopo quasi 4 anni e mezzo con le dimissioni del governo Draghi.

Sette sono i parlamentari (su 24 delle Marche) che dal 4 marzo 2018 rappresentano la provincia o perché eletti nei collegi uninominali di questo territorio o perché tra gli eletti dei collegi plurinominali delle Marche sono qui residenti (si tornerà a votare con la legge elettorale Rosatellum il 25 settembre, ma per eleggere nella regione 15 parlamentari, 9 in meno, in seguito al taglio di oltre un terzo dei membri del Parlamento approvato da deputati e senatori nel 2019 e convalidato dagli elettori con il referendum costituzionale nel 2020).

La prima forza politica in caduta libera
L’esame dell’attività di questi parlamentari, attraverso gli atti di cui hanno rilevato la necessità fino al punto di promuoverli personalmente, evidenzia spesso uno scarso collegamento con il territorio che si aggiunge alla difficoltà di incidere, per la tipologia dell’attività parlamentare, sulle questioni urgenti e caratteristiche delle comunità locali.

Si conferma, pertanto, il problema della qualità della rappresentanza per la necessità di selezionare attraverso le candidature, tanto più con una legge elettorale che nega agli elettori la facoltà di esprimere preferenze personali, non solo le competenze ma anche e soprattutto la rappresentatività.

La pattuglia degli eletti che ora torna a casa è quella che scaturì dalle elezioni politiche vinte dal Movimento 5 Stelle (oltre il 35% dei voti nelle Marche), che allora aggregò varie istanze di protesta e cambiamento e ora, dopo aver contribuito in modo rilevante al governo del Paese, appare in caduta libera (basti pensare che l’ex leader, di recente fuoriuscito, Luigi Di Maio, che voleva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, ha finito per stringere un accordo elettorale con Bruno Tabacci del Centro democratico, già deputato Dc 30 anni fa, ovvero l’espressione per eccellenza della continuità politica). 

Il flop del deputato più atteso

Tra gli ex grillini, c’è il deputato pesarese “desaparecido” Andrea Cecconi, infermiere dell’Area vasta 1 al suo secondo mandato (68,79% di presenze nelle votazioni elettroniche in aula), sparito dalle cronache sin dalla campagna elettorale del 2018 per le ricevute farlocche dei rimborsi al M5s.

Secondo il report di Open Parlamento, come primo firmatario non ha fatto mancare la sua iniziativa su questioni nazionali attinenti soprattutto alla sanità e alla sua categoria ma ha legato al territorio solamente un disegno di legge, quello sull’istituzione del parco nazionale Catria, Nerone, Alpe della Luna (mai esaminato).

Il deputato Maurizio Cattoi (65,03% di presenze), ex comandante provinciale del Corpo forestale e generale in pensione, accreditato nel 2018 come il candidato di punta del M5s (fuoriuscito a sua volta alcuni giorni fa dal movimento) non ha presentato come primo firmatario nessun atto riferito al territorio del collegio uninominale che lo ha eletto, ovvero quello di Fano.

Tra gli atti da lui promossi, in cui si registra una forte prevalenza di questioni para professionali, si rintracciano un ordine del giorno (odg) sui terremotati anche marchigiani e un’interrogazione sull’Api di Falconara. In compenso, ha sottoscritto come primo firmatario 3 atti che riguardano la regione Trentino Aldo Adige di cui è nativo.

Tanti atti ignorati dal governo
Il deputato del M5s Roberto Rossini (94,79% di presenze), ingegnere informatico fanese, principale sorpresa elettorale del 2018, ha sollevato in Parlamento con le interrogazioni le questioni del Lisippo, delle guardie mediche chiuse in provincia, della carenza di organico del commissariato di Fano (con risposta del governo), del trasferimento dei carabinieri di Fano all’ex caserma Paolini e, tramite odg, della messa in sicurezza delle scuole anche nella zona sismica delle Marche (atto accolto), dell’aumento dei fondi stanziati per quest'area (accolto) e della predisposizione di microzone sismiche omogenee (accolto).

La deputata del Pd avvocata pesarese Alessia Morani (57,44% di presenze), al secondo mandato, non ha fatto mancare il raccordo con il territorio anche nel ruolo di sottosegretaria allo sviluppo economico del II governo Conte. Ha presentato un odg sui fondi del bando periferie per le Marche (respinto) e interrogazioni in aula (alcune a forte connotazione politica) sulla mensa dei vigili del fuoco di Macerata Feltria, un pesarese detenuto in Thailandia per droga (con risposta), il sistema funiviario delle Marche, la terapia intensiva Covid della regione (con risposta), il direttore dell’ufficio regionale scolastico, i contagi al liceo Rinaldini di Ancona, la campagna vaccinale delle Marche, l’omicidio Bruzzese e, in commissione, sull’assegnazione alle Marche dei fondi post sisma, la tragedia stradale sull’A14 del 28 giugno 2021, l’Istituto di istruzione superiore Savoia Benincasa di Ancona, il passo di Bocca Trabaria, la galleria della Guinza, il rapimento di Silvia Romano dell’onlus fanese Africa Milele. 

Si interroga anche sull’autovelox

Il deputato della Lega Luca Rodolfo Paolini (90,10% di presenze), avvocato penalista di Fano al secondo mandato, ha presentato interrogazioni in aula sull’autovelox di Cagli, la chiesa di San Pietro in Valle di Fano, il figlio minore di un cittadino di Sassoferrato portato in Grecia dalla madre e gli immigrati positivi al Covid -19 accolti a Loro Piceno (le ultime tre con risposta) e, in commissione, sull’ordine degli avvocati di Pesaro.

La senatrice del Movimento 5 Stelle Rossella Accoto, fanese, impiegata della pubblica amministrazione, ha sempre mantenuto un collegamento politico con il territorio, come testimonia anche la sua attenzione alla riapertura della tratta ferroviaria Fano-Urbino, a partire dall’emendamento da lei presentato alla legge di bilancio 2019 e approvato per il finanziamento con un milione di euro dello studio di fattibilità da parte di Rete ferroviaria italiana.

Sottosegretaria al lavoro e alle politiche sociali del governo Draghi, ha fatto registrare, secondo il report di Open Parlamento, il 79,47% di presenze, intese come partecipazioni alle votazioni elettroniche in aula. Come prima firmataria ha presentato interrogazioni orali sul Consorzio di bonifica delle Marche e sulla statua l’Atleta di Fano attribuita allo scultore greco Lisippo oggetto di un contenzioso giudiziario internazionale con gli Stati Uniti, e interrogazioni scritte sempre sul Lisippo, sull’erogazione di contributi nelle Marche per contrastare la diffusione del coronavirus, sulla residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) di Fossombrone e sulla fragilità idrogeologica del sito di Muraglia del nuovo ospedale di Marche Nord, senza tuttavia ricevere risposte dal governo.

La senatrice stakanovista delle votazioni

La senatrice del M5s Donatella Agostinelli, avvocata residente a Monsano in provincia di Ancona al suo secondo mandato, è la stakanovista marchigiana del Parlamento con un percorso quasi pieno nella XVIII legislatura, ovvero il 99,51% di presenze, delle quali solamente 26 votazioni non sono state in linea con il proprio gruppo parlamentare (lo 0,31% delle 8.364 votazioni totali).

Ma dal 4 marzo 2018 ha presentato come prima firmataria un solo atto legato al territorio del collegio uninominale di Pesaro che l’ha eletta: un’interrogazione orale sul parco museo delle miniere di zolfo delle Marche, attinente anche alla provincia pesarese, che è stata discussa. Ha presentato interrogazioni orali anche su un divieto di consumo di molluschi disposto dall’Area vasta 2 e sul piano di bonifica della Regione dello storico inquinamento di falde di Monsano.

Inoltre, ha promosso interrogazioni scritte sulla convenzione tra Ministero delle infrastrastrutture e Passante dorico spa, sull’archivio di Stato di Ancona in relazione alla vicenda dell’ex Ipsia con 30 indagati (con risposta del governo) e sull’indagine per gli appalti del Comune di Ancona denominata Ghost jobs (con risposta).

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