Pesaro, delitto Bruzzese a Natale. Il legale: «Falla nel sistema di protezione»

Pesaro, delitto Bruzzese a Natale. Il legale: «Falla nel sistema di protezione»
Pesaro, delitto Bruzzese a Natale. Il legale: «Falla nel sistema di protezione»
di Luigi Benelli
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Giovedì 15 Dicembre 2022, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 13:32

PESARO - Collegato da un luogo segreto, con una telecamera che mostrava solo una parte di scrivania. Girolamo Biagio Bruzzese, collaboratore di giustizia, ha voluto ascoltare e vedere l’apertura del processo in Corte d’Assise a Pesaro a carico di Rocco Versace, il 57enne calabrese accusato di omicidio in concorso aver aiutato a pianificare l’omicidio del fratello Marcello Bruzzese, freddato da una scarica di proiettili il 25 dicembre 2018 davanti alla sua abitazione, in via Bovio, nel cuore del centro storico. 

Incidente in autostrada A14, morto anche il secondo camionista: era di Castelfidardo. Era stato ricoverato d'urgenza a San Benedetto.


Un milione di risarcimento


La “colpa” di Marcello era quella di essere il parente di un pentito di ‘ndrangheta.

Un’udienza in cui si è assistito alla costituzione di parte civile di nove familiari di Marcello Bruzzese tra cui la moglie, tre figli, la madre, il fratello e tre sorelle. L’avvocatessa Grazia Iannarelli chiederà un milione di euro come risarcimento. A margine del processo il legale ha sottolineato: «Marcello era la terza scelta da parte degli ‘ndranghetisti. Poi hanno scelto lui perché gli era molto vicino a Girolamo e hanno voluto lanciare un messaggio chiaro al pentito: sappiamo dove sei e ti stiamo col fiato sul collo. All’epoca c’è stata una falla del sistema di protezione locale. Oggi la famiglia si sente protetta e garantita, dopo quell’omicidio sono cambiate molte cose». Marcello aveva chiesto e ottenuto di poter avere il suo cognome nella buca delle lettere della palazzina. Pesaro sembrava poter essere immune da queste cose. Ma quel giorno di Natale è stata sconvolta da questo omicidio di mafia. Rocco Versace è stato arrestato dai carabinieri del Ros di Ancona nell’ottobre del 2021 assieme al 43enne Francesco Candiloro e al 44enne Michelangelo Tripodi (indicati dalla procura come gli esecutori materiali dell’assassinio) e deve rispondere di concorso in omicidio volontario aggravato dal fatto di dall’aver agevolato un’organizzazione di stampo mafioso, in questo caso la cosca calabrese dei Crea, al quale apparteneva Girolamo Biagio, fratello della vittima, prima di diventare collaboratore di giustizia.


Seconda tranche ad Ancona


Dal 2003 con le sue testimonianza alcuni membri della famiglia Crea sono stati condannati. Candiloro e Tripodi hanno invece scelto di procedere con il rito abbreviato: l’udienza comincerà ad Ancona oggi. Versace era in videocollegamento dal carcere ed è difeso dagli avvocati Francesco Albanese e Pasquale Loiacono. «Abbiamo scelto questo rito perché a nostro avviso è la situazione migliore per dimostrare l’estraneità di Versace in questi fatti. L’indagine del Ros sottolinea che il nostro assistito era a Rizziconi il giorno dell’omicidio». L’accusa in aula era rappresentata dai pubblici ministeri Daniele Paci, Paolo Gubinelli e dalla procuratrice Monica Garulli. Stando agli inquirenti, l’omicidio Bruzzese sarebbe stato pianificato fin dal 2017 con l’obiettivo di attuare una vendetta trasversale nei confronti di Girolamo Biagio, collaboratore di giustizia a partire dal 2003 e testimone chiave in alcuni processi contro il clan, ritenuto dagli inquirenti affilato alla Ndrangheta. A partire da novembre 2018 sarebbero partiti i sopralluoghi nel territorio di Pesaro, con l’utilizzo di auto munite di targhe clonate, documenti falsi per soggiornare nelle strutture ricettive della zona, utenze telefoniche olandesi collegate a sistemi software/hardware crittografati. Bruzzese era stato freddato da più di venti proiettili calibro 9, sparati da due diverse pistole. Per arrivare ai tre imputati i carabinieri avevano scandagliato un miliardo e mezzo di registrazioni, passando tre anni a spulciare video, celle telefoniche, targhe di auto, mail e il traffico internet. La prossima udienza l’11 gennaio quando inizieranno a sfilare i primi testi. Nel corso dell’istruttoria verranno sentiti due pentiti e anche Girolamo Biagio.
 

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