Vaccini Covid, caos all’ex Ristò per le prenotazioni in eccesso. Arriva la polizia

La fila all'ex Ristò di Pesaro per le vaccinazioni anti Covid
La fila all'ex Ristò di Pesaro per le vaccinazioni anti Covid
di Letizia Francesconi
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Lunedì 3 Maggio 2021, 05:10

PESARO - Ieri, domenica, il giorno più “nero” all’ex Ristò. Il sistema di prenotazione vaccinale unico di Asur ha distribuito 560 appuntamenti per la sola mattinata, fra richiami e prime dosi, lasciando quasi scoperta la seduta del pomeriggio con poco più di 160 prenotati.

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E così, il centro vaccinale è andato sotto pressione, trovandosi a gestire una situazione al limite, finora mai accaduta, anche se non sono mancate alcune giornate critiche fin dalla sua attivazione. Protezione civile e Croce Rossa, impegnate a coordinare la macchina vaccinale sono state costrette ad allertare polizia e carabinieri a tutela dell’ordine pubblico, per gestire la calca dei tanti prenotati in attesa all’esterno fra assembramenti, tensioni e animi accesi. 


Animi accesi
«E’ stato il caos» così senza mezzi termini commenta al termine di una mattinata infernale, Ugo Schiaratura responsabile del gruppo comunale di Protezione civile. A metà mattinata è arrivata anche la polizia con le pattuglie delle volanti inviate all’ex Ristò a presidiare proprio per la grande fila e le persone accalcate all’interno a causa dell’overbooking di prenotazioni, in pratica il doppio di quello che prevedevano di smaltire. Che sia stato un problema del servizio unico di prenotazione Cup o più a monte del portale Poste non è ancora chiaro.

Quello che è certo è che il sistema delle prenotazioni è andato in sovraccarico, mettendo a dura prova il lavoro di medici, sanitari e volontari. Il sistema: dal centro unico di prenotazione e sul portale regionale Poste sono state caricate e accettate il doppio delle prenotazioni, concentrate per la gran parte nella fascia del mattino, e tutto rispetto ai numeri che solitamente si riesce a smaltire in una giornata normale.

Un errore quindi di prese in carico.

Pare infatti che telefonando al centralino del servizio Cup sia possibile prenotare sì la giornata della somministrazione ma senza una diversificazione della fascia oraria, o meglio per tutte le nuove prenotazioni verrebbe indicata dagli operatori del centralino, un’unica fascia oraria quella delle 9 mattino. Sono in corso le verifiche del sui numeri effettivi e sul recupero delle giornate perse nei giorni in cui il centro vaccinale è rimasto chiuso, e tutto per evitare il sovraccarico di una fascia oraria piuttosto che l’altra, con il rischio di lasciare magari posti scoperti. 


Le verifiche
Per il direttore del Dipartimento di Igiene e Salute, Augusto Liverani quanto è accaduto ieri è conseguenza in particolare della concomitanza il mattino con 150 prime dosi di AstraZeneca per la fascia over 65, mischiando richiami e nuove inoculazioni, nell’arco di quattro ore. Se in una mattinata in media si fanno fra le 360 o 400 somministrazioni, ieri i numeri sono stati del tutto sovradimensionati, senza considerare il rallentamento dei tempi alle postazioni di anamnesi, intorno ai 20 minuti, per diversi prenotati in dubbio a ricevere il siero AstraZeneca. Ecco perché a metà mattinata, la stessa Protezione civile ha richiesto con urgenza alla direttrice del Distretto sanitario Elisabetta Esposto, l’attivazione immediata di una postazione medica aggiuntiva alle quattro normalmente attive, facendo rientrare progressivamente la situazione che nel pomeriggio si è normalizzata.

Il caso: nervi tesi per gran parte della mattinata fra le centinaia di prenotati in attesa, e c’è anche chi ha inveito per la lunghissima coda, che si era formata nell’orario di punta. Un serpentone che dalla galleria commerciale interna a Spazio Conad, si allungava all’esterno fino alla scala mobile di salita. «Prima di allertare le forze dell’ordine per gestire una situazione altrimenti insostenibile e a tutela dell’incolumità pubblica – riferisce Schiaratura – i volontari sono stati costretti a bloccare le due entrate automatiche della galleria commerciale, e lasciare le centinaia di prenotati fuori in attesa della propria chiamata. 


Il deflusso
Per far defluire la coda e accogliere all’interno i prenotati per la propria fascia oraria, sono state aperte le porte di sicurezza, mentre all’esterno polizia e carabinieri controllavano, che la situazione non degenerasse fra prenotati spazientiti e tempi notevolmente dilatati».

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