Covid, 2020 annus horribilis. Mille decessi in più in provincia di Pesaro, +26,7% rispetto alla media dei 5 anni precedenti

Un reparto di rianimazione nelle Marche
Un reparto di rianimazione nelle Marche
di Lorenzo Furlani
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Domenica 7 Marzo 2021, 03:25

PESARO - È l’annus horribilis della sanità. Il 2020 sarà ricordato come il tempo più doloroso dal dopoguerra, un anno nefasto per l’emergenza del coronavirus e per le sue conseguenze: crisi sanitaria, sofferenze e lutti. La provincia di Pesaro Urbino è stata particolarmente colpita dalla pandemia, soprattutto lo è stato il comune capoluogo di Pesaro, dove in occasione della prima ondata si è registrata una progressione del virus tra le più virulenti d’Italia, prossima a quella subita dal territorio al confine tra Lombardia ed Emilia, il più esposto al Covid-19 nella primavera scorsa.

La conferma arriva dall’ultimo rapporto prodotto congiuntamente dall’Istituto nazionale di statistica e dall’Istituto superiore di sanità sull’impatto dell’epidemia sulla mortalità totale della popolazione residente nel 2020.


I dati più alti delle Marche
Dal primo gennaio al 31 dicembre dell’anno scorso in provincia la mortalità è cresciuta del 26,7%: si sono registrati complessivamente 5.043 decessi con un incremento di 1.063 rispetto alla media dei 5 anni precedenti (dal 2015 al 2019). Il rapporto rileva che il totale dei decessi per l’insieme delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra. La crescita pesarese della mortalità è la più alta tra le province marchigiane, nonostante la seconda ondata dell’epidemia (iniziata alla fine di settembre) abbia colpito maggiormente altre province. A Macerata si è registrato un aumento di decessi del 10,1%, seguono le province di Ancona + 9,7%, Ascoli Piceno +6,3% e Fermo +5,9%. In Italia quello di Pesaro Urbino è il 16esimo territorio provinciale su 111 per incremento dei decessi complessivi dopo le province di Bergamo +60,6%, Cremona +52,7%, Lodi +46.7%, Brescia +40,7%, Lecco +37,6%, Piacenza +37,2%, Pavia +32,8%, Monza e Brianza +32,6%, Milano +32,3%, Parma +30,5%, Como +30,4%, Trento +29,9%, Sondrio +29,6%, Vercelli +28,6% e Varese +26,8%.


Il bollettino
Le morti per Covid-19 nella provincia pesarese sono state 727 nel 2020 (secondo il bollettino del gruppo operativo regionale per le emergenze sanitarie ieri il dato è arrivato a 854 su un totale nelle Marche di 2.334, pari al 36,6%). La differenza di 336 decessi rispetto all’incremento totale registrato sugli anni precedenti (il 31,6%) viene attribuita agli effetti della pandemia non riferibili direttamente ai casi positivi.

Come illustrato nei precedenti rapporti di Istat e Iss, si assume che si tratti di vittime del virus senza una preventiva diagnosi di positività (all’inizio della prima ondata si eseguiva un esiguo numero di tamponi) e di decessi causati dalle mancate risposte terapeutiche e chirurgiche del sistema ospedaliero travolto dalla pandemia (definita uno tsunami dal primario del dipartimento di emergenza di Marche Nord, l’azienda ospedaliera che all’inizio di marzo chiuse alle ambulanze del 118 l’accesso ai pronto soccorso di Pesaro e Fano per la progressiva saturazione di posti letto e presidi respiratori) e provocati anche dal rifiuto delle cure da parte dei pazienti spaventati dal rischio di contagio nell’ambito ospedaliero.


Marzo infausto: 313 vittime
Il più alto dato mensile di decessi per Covid-19 è stato registrato tra i residenti della provincia di Pesaro Urbino a marzo, quando se ne sono contati 313 (il picco giornaliero nazionale risale al 28 marzo 2020 con 928 morti, nella seconda ondata - il cui l’apice è datato 6 novembre con 41.242 casi positivi - la cifra maggiore si è registrata il 25 novembre con 818 decessi). Poi in provincia sono calati a 185 ad aprile, 43 a maggio e 4 a giugno. Nei mesi estivi (luglio, agosto e settembre) non si è contata alcuna vittima per il Covid-19, che è tornato ad alzare la testa in autunno con 3 decessi ad ottobre, 53 a novembre e 126 a dicembre. Le altre province marchigiane hanno superato per numero di vittime quella pesarese solamente a ottobre (21 morti ad Ascoli Piceno, 12 a Macerata e 5 ad Ancona e Fermo) e a novembre (89 a Macerata, 86 ad Ancona, 67 ad Ascoli Piceno). Complessivamente nel 2020 il bilancio dei lutti per Covid-19 nel resto delle Marche è di 403 in provincia di Ancona, 305 in provincia di Macerata, 137 in provincia di Ascoli Piceno e altrettanti in quella di Fermo.


Il picco a Mombaroccio: +102,1%
Tra i residenti del comune di Pesaro dal primo marzo al 31 dicembre 2020 si sono contati complessivamente 1.295 decessi con un incremento del 53,7% sulla media dei 5 anni precedenti (842,6). L’aumento maggiore della mortalità in provincia si è registrato nello stesso periodo nel comune di Mombaroccio con 38 decessi pari a + 102,1%, seguono (prima di Pesaro) Belforte all’Isauro +96,4%, Montelabbate +71,7%, Montecalvo in Foglia +64,7%, Vallefoglia +60,7% e Borgo Pace +54,8%. A Fano l’incremento complessivo della mortalità da marzo a dicembre è stato del 35%, a Urbino del 12% e a Mondolfo del 37.9%. Completano il quadro Acqualagna +6,6%, Apecchio + 5,7%, Cagli +4,3%, Cantiano +22,8%, Carpegna +19%, Cartoceto -8,5% (si sono registrati 5 decessi in meno), Fermignano +4,3%, Fossombrone +48,1%, Fratte Rosa -32,2%, Frontino 0 (4 morti, nessuna variazione), Frontone -21,1%, Gabicce Mare +41,2, Gradara +50,6%, Isola del Piano -39,4%, Lunano +45,8%, Macerata Feltria +20,8%, Mercatello sul Metauro -27,8%, Mercatino Conca 0, Mondavio +45,9%, Monte Cerignone 12,5%, Montecopiolo +27,2%, Montefelcino +37,3%, Monte Grimano Terme +14%, Monte Porzio + 2,7, Peglio -45,9%, Pergola +16,5%, Petriano +17,1%, Piandimeleto -11,5%, Pietrarubbia +25%, Piobbico -21,3%, San Costanzo +23,8%, San Lorenzo in Campo +10,1%, Sant’Angelo in Vado +44,7%, Sant’Ippolito + 7,6%, Sassofeltrio +31,9%, Serra Sant’Abbondio +33,8%, Tavoleto +32,4%, Tavullia +23,7%, Urbania +20,5%, Colli al Metauro +12,4%, Terre Roveresche +11,3%, Sassocorvaro Auditore +27,6%.

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