Covid, mamme contestano regole farraginose e costi dei test:«Tamponi per i bambini e Dad, le famiglie sono discriminate»

Un bambino sottoposto a un tampone
Un bambino sottoposto a un tampone
di Eleonora Rubechi
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Sabato 22 Gennaio 2022, 07:30

PESARO - Quarantene interminabili, lunghe file in attesa del tampone obbligatorio per accedere alle classi, didattica a distanza: un ritorno in classe segnato dai disagi, soprattutto per gli alunni delle classi primarie, come segnalato da “Priorità alla Scuola-Comitato Marche” e da alcuni genitori preoccupati. Le direttive attuali infatti impongono agli alunni delle primarie che si sono a trovati a contatto con un compagno positivo due tamponi. 

 
T“0” e T“5”
Il primo, detto 0, da effettuarsi immediatamente se il contatto è avvenuto nelle 48 ore precedenti l’accertamento della positività, e un “tampone 5” da effettuarsi al quinto giorno: se ad essere positivi sono due compagni, oltre l’obbligo di tampone scattano dieci giorni di Dad: al termine, altro tampone. Niente sconti neanche per chi è già guarito o ha completato il ciclo vaccinale, come avviene per gli alunni dalle medie in poi.

«E’ un paradosso che mette in grosse difficoltà i genitori, sia a livello economico che logistico - interviene una mamma a nome di tante - economico, perché ci vengono richiesti continui tamponi al prezzo pieno di 15 euro, mentre i ragazzi di scuole medie e superiori usufruiscono del prezzo calmierato di 8 euro; logistico, perché la Dad richiede una riorganizzazione famigliare e lavorativa, e al momento il congedo parentale è previsto solo al 50%.

Ci sentiamo abbandonati e discriminati: perché non predisporre la didattica integrata anche per la primarie? La scusa che i bambini sono più vivaci non regge: dopo due anni di pandemia i nostri figli sanno ormai perfettamente quali sono i comportamenti da rispettare per contenere il contagio».

A queste dinamiche si aggiunge l’eccesso di zelo degli istituti: «Spesso il tampone viene richiesto anche se il contatto con il compagno positivo è avvenuto nelle 72 ore precedenti - continua la mamma - è comprensibile che si voglia fare attenzione, ma chiediamo che venga rispettato il protocollo delle 48 ore».


I dubbi
«Abbiamo scelto di vaccinare i nostri figli nell’ottica di proteggere loro e la comunità, e per assicurare un ritorno in classe sereno e soprattutto in presenza - sottolinea un’altra madre - e ora ci troviamo in un delirio di vera e propria ingiustizia sociale: per un bambino la Dad è e non potrà mai essere un’alternativa, porta solo all’alienazione. Qui si parla di scuola dell’obbligo; perché un bambino vaccinato e col tampone negativo deve rinunciare alla scuola e a tutto ciò che per lui significa crescita e socializzazione oltre che studio?».

«Chiediamo solo di essere equiparati con le secondarie - è l’appello dei genitori - tamponi a prezzo calmierato, rispetto del protocollo delle 48 ore, didattica in presenza per chi è guarito e chi ha completato il ciclo vaccinale: ottimale sarebbe predisporre un punto tamponi esclusivo per gli studenti, per non costringere i bambini ad assembramenti di fronte a farmacie prese d’assalto».

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