I contagi calano, ma preoccupano i Comuni sul filo dell'arancione: «I positivi sono sempre più giovani»

I contagi calano, ma preoccupano i comuni sul filo dell'arancione: «I positivi sono sempre più giovani»
I contagi calano, ma preoccupano i comuni sul filo dell'arancione: «I positivi sono sempre più giovani»
di Letizia Francesconi
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Venerdì 14 Maggio 2021, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 09:57

PESARO - Cala la pressione sugli ospedali, restano ancora alti i numeri dei soggetti in isolamento domestico nel Pesarese, anche se il peso sulla continuità assistenziale più che sulla costa è soprattutto concentrato nell’entroterra e nei Comuni in zona arancione rafforzato. Si monitora la situazione ad Acqualagna e Petriano, le zone dove vige fino al 18 la restrizione, ma si tengono sotto controllo anche aree interne come Colli al Metauro o Fossombrone, o ancora la stessa Vallefoglia da poco uscita dall’arancione.

Nel frattempo, i numeri di malati e positivi presi in carico dalle unità Usca di Pesaro sono progressivamente rientrati, consentendo ai medici come Gregorio Bucci e Giovanni Masetti di respirare. 

Super lavoro

Ed è maxi il lavoro per il punto drive test di Strada dei Cacciatori, sempre al completo da settimane.

Effetto anche, come osservano Dipartimento di Prevenzione di Area Vasta e medici Usca, delle classi in quarantena con numeri importanti di tamponi eseguiti. Il carico: «Si è tornati da poco a respirare – commentano Gregorio Bucci, medico Usca Pesaro e il suo coordinatore Marco Del Bianco – tutto dopo i mesi di marzo e aprile scorsi, in cui il peso delle richieste di malati Covid a casa o da ospedalizzare ha raggiunto spesso picchi importanti. Basti solo pensare che lo staff dell’Unità di continuità assistenziale sul territorio, a marzo ha raggiunto complessivamente ben 800 visite al domicilio e ad aprile circa 700 è stato il totale delle prese in carico Usca, da Pesaro al resto del territorio. Ora invece sono ormai una decina di giorni, che all’Unità di Pesaro arrivano 15-20 schede giornaliere di presa in carico per il domicilio inoltrate dai medici di medicina generale. L’asticella si mantiene più alta nell’hinterland fra Vallefoglia, Tavullia e l’Urbinate, che in proporzione hanno più casi di positivi e richieste di visite e monitoraggio.

La tipologia

Nel frattempo poi è cambiata la tipologia del paziente a nostro carico, perché ora la fascia più critica di positivi sintomatici al domicilio, in alcuni casi già con patologie, è nella fascia di età fra i 40 e 60 anni, in molti casi soggetti non ancora coperti dalla prima dose vaccinale». Ecco perché è importante una copertura massiccia e più celere delle vaccinazioni per medici di famiglia e di continuità assistenziale: «Negli ultimi mesi l’età media dei pazienti visitati dai medici Usca – precisa il dottor Del Bianco – è sensibilmente inferiore rispetto ai mesi di piena emergenza, e ora anche gli over 70 malati gravi, sono quasi un’eccezione rispetto al passato». Effetti positivi delle somministrazioni, che si vedono anche nel decorso clinico dell’infezione, osserva il medico Usca, Giovanni Masetti: «Sono frequenti i casi in uno stesso nucleo familiare per cui chi ha ricevuto la prima dose di vaccino, ha un decorso meno problematico dei sintomi stessi della malattia e con un tempo medio di guarigione clinica compreso fra i 5-7 giorni. Effetti che si riscontrano anche fra i colleghi che visitano all’interno delle residenze protette e per anziani, dove avere completato le somministrazioni ha visto scendere gli interventi direttamente in struttura per l’ospedalizzazione». Al punto pesarese di strada dei Cacciatori, ogni seduta negli ultimi due mesi raccoglie numeri di 250-300 soggetti, il che porta a far salire la mole di lavoro per sanitari del Dipartimento di Prevenzione Asur e medici Usca, a supporto delle sedute. Segno sì che ci sono più positivi con sintomi più lievi, altri che escono dall’isolamento e chiamati al drive senza la necessità di un tampone a domicilio.

Le sedute

Ma il peso sulle giornate di drive è conseguenza soprattutto del Percorso scuola, che letteralmente intasa ogni seduta. Più della metà dei soggetti in lista al drive e per le varie fasce di età, provengono proprio dal Percorso scuola, confermano i medici Usca. Alunni, studenti o personale scolastico che al termine del periodo di quarantena al decimo o quindicesimo giorno richiedono un numero importante di tamponi da processare. Da poco meno di due mesi con la riapertura delle scuole i primi di aprile per ogni positivo in una classe la regola è tamponare tutti i compagni con una media di 20 tamponi per classe da scuola a scuola, a cui in alcuni casi vanno ad aggiungersi anche i tamponi al personale docente.

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