Un'area di prima accoglienza vicino all'aeroporto per chi deve osservare la quarantena

Alcune casette nell'area di prima accoglienza nei pressi dell'aeroporto
Alcune casette nell'area di prima accoglienza nei pressi dell'aeroporto
di Massimo Foghetti
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Lunedì 18 Gennaio 2021, 08:25

FANO Esiste una struttura nei pressi dell’aeroporto che pochi fanesi conoscono, ma la cui funzione è di grande importanza, soprattutto nei periodi, come l’attuale, di emergenza. Si tratta dell’area di prima accoglienza intestata a Giorgio Sambuchi, realizzata e gestita dal Cb Club “Enrico Mattei” che, come è noto, opera nel campo della Protezione Civile. Si trova in località Ingualchiera, nello stesso posto dove negli anni Novanta l’amministrazione comunale aveva realizzato un campo nomadi, poi letteralmente distrutto dall’ultima carovana che se n’è partita per la Francia. 

 
Ora completamente ristrutturata e dotata di tutti i servizi serve per ospitare persone che si trovano temporaneamente senza casa, ma anche coloro che non disponendo di un posto sicuro, sono in attesa di trovare una sistemazione per osservare la quarantena, oppure i medici e gli infermieri che provenendo da lontano prestano servizio temporaneo al Santa Croce, i mariti divorziati costretti ad abbandonare la casa di famiglia. Il presidente del club Saverio Olivi n’è fiero. Ultimamente vi ha trovato alloggio un giovane trovato positivo al tampone, con precedenti per droga, venuto a Fano dalla Puglia per entrare in una comunità. Il responso dell’analisi però ha richiesto un’altra sistemazione, dato che il bed and breakfast in cui aveva preso temporaneamente alloggio non l’ha più accolto ed ovviamente la comunità non ha potuto riceverlo. Nel momento in cui sono serviti alcuni giorni per predisporre la documentazione necessaria affinché lo stesso potesse essere alloggiato in una struttura per la quarantena, individuata a Senigallia, ecco che l’area di prima accoglienza di Ingualchiera si è rivelata provvidenziale. Qui hanno alloggiato anche le famiglie la cui casa era stata invasa dall’acqua a Bellocchi e le persone costrette ad abbandonare la propria abitazione a Metaurilia per la rottura del tetto. 
L’alloggio è fornito da 3 container da 33 metri, ciascuno formato da una camera da letto che può contenere un’intera famiglia, servizi igienici dotati di acqua calda e costantemente forniti di tutto il materiale necessario, compreso la carta igienica; all’inizio ciascuno aveva anche una cucina, ma in seguito si è preferito realizzare una cucina comune per tutti e 3 i moduli e utilizzare lo spazio avanzato per ampliare il numero dei letti. Tra l’altro l’area si presta per montare un campo per 250 sfollati ricoverati in tende, per questo sono stati predisposti altri servizi igienici con docce per un tale numero di persone, una cucina e una struttura mensa all’aperto, particolarmente utile in estate. Per questo è stato utilizzato materiale proveniente dall’ex mattatoio che è stato demolito. 
Al momento il prato viene utilizzato dai cinofili per addestrare i loro cani, scuola che implica anche la ricerca di persone scomparse.

Tutti i servizi vengono mantenuti costantemente in efficienza, perché il loro uso può rendersi necessario improvvisamente per qualsiasi evenienza: bagni, scarichi, illuminazione, pulizia, tutto è perfettamente aggiornato, grazie ai volontari della Protezione Civile che assicurano anche questo. 

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