Gianluca, 53 anni, padre di 4 figli, scampato al Covid dopo 140 giorni di ospedale: «Più felice di prima, vi spiego perché»

Gianluca Santorelli
Gianluca Santorelli
di Lorenzo Furlani
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Domenica 4 Aprile 2021, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 09:47

FANO - Dice di non essere stato miracolato bensì semplicemente fortunato. Ed è un’apertura di credito verso la scienza medica e al tempo stesso l’efficienza e l’eccellenza della sanità marchigiana (ha conosciuto le terapie intensive di Pesaro e Torrette con la tecnica estrema dell’Ecmo, la ventilazione extracorporea, poi la degenza a Fano e la riabilitazione a Villa Fastiggi). Ma la sua percezione della vita è profondamente cambiata.

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Percezione della vita cambiata
«Mi hanno infilato tubi ovunque, fino ad arrivare ai polmoni, anestetizzandomi la gola per andare a vedere cosa c’era - ricorda Gianluca Santorelli, primo malato gravissimo di Covid-19 della seconda ondata della pandemia -.

In quella fase ero cosciente e arreso al divenire dei fatti. Ho sofferto tanto ma sto cercando di prendere gli effetti positivi da questa vicenda e li sto vedendo. Perché sono molto più felice di prima».

Professionista affermato, 53 anni, sposato e padre di quattro figli minori, Santorelli ha vissuto un calvario di 4 mesi e 20 giorni di ospedalizzazione, di cui 40 in coma farmacologico. Alla moglie avevano detto di prepararsi al peggio.

«Aiutato dal Padre eterno»
«E’ Pasqua e non vorrei bestemmiare dicendo che non sono stato miracolato - riflette -. Io sono un cattolico praticante ed è ovvio che il Padre eterno probabilmente ha messo del suo nel far sì che tutto si infilasse, perché se una delle due Ecmo presenti in regione non fosse stata libera io sarei morto. Quando ero sedato ho fatto sogni molto significativi, potenti, che mi sono tornati vividi al risveglio, a me che non ricordavo mai i sogni. Piccole illuminazioni su quello che vale la pena perseguire».

Il periodo più gratificante sono stati i due mesi di riabilitazione al Santo Stefano che l’hanno restituito alla famiglia e al lavoro. «Lì non ci sono persone che lavorano per soldi ma per passione - confida - e a loro va il mio amore».

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