Lavoro nero, norme igieniche e anti Covid ignorate: azienda chiusa, multa da capogiro in arrivo

Valefoglia, lLavoro nero, norme igieniche e anti Covid ignorate: azienda chiusa, multa da capogiro in arrivo
Valefoglia, lLavoro nero, norme igieniche e anti Covid ignorate: azienda chiusa, multa da capogiro in arrivo
di Luigi Benelli
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Mercoledì 16 Settembre 2020, 10:04 - Ultimo aggiornamento: 11:16

VALLEFOGLIA - Una serie di infrazioni per le norme igienico sanitarie e i regolamenti Covid, azienda chiusa e sequestrata in via preventiva per 5 giorni. In arrivo una possibile multa da capogiro.

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I carabinieri del nucleo Ispettorato del lavoro hanno effettuato una serie di controlli nel territorio alle aziende. In particolare in una ditta di forni e camini di Colbordolo hanno rilevato alcune irregolarità.
Tra queste la mancanza del registro di valutazione del rischio e i dispositivi per il rispetto dei protocolli covid. I militari hanno anche trovato una situazione igienico sanitaria non a norma di legge.
 
Operaio in nero
Da un controllo approfondito è emerso che all’interno dello stabilimento c’era un operaio marocchino di 42 anni che stava lavorando in nero. L’uomo aveva aperto un’autofficina con tutto quanto ne consegue a livello di produzione rifiuti di parti di auto e olii. La ditta, nella persona del titolare, infatti non aveva l’autorizzazione per lo smaltimento, produzione e raccolta di rifiuti. Altro motivo per cui è stata sanzionata e denunciata. In via di approfondimento di indagine anche presunti ampliamenti volumetrici di parti di stabilimento. I reati contestati sono vari, dal lavoro nero la cui multa è di 3.600 euro, allo smaltimento non autorizzato di rifiuti per cui è prevista una sanzione massima di 26.000 euro, alla infrazione delle regole sul registro dei rischi e le misure igienico sanitarie per cui le multe possono essere fino a 5.800 e 7.800 euro. 
Reddito di cittadinanza
La materia è penale ma può essere commutata in multe complessive per oltre 40mila euro. In fase di approfondimento anche il reddito di cittadinanza percepito dalla moglie dell’operaio marocchino.

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