Morto don Orlando, il prete che aveva sconfitto il Coronavirus stroncato da una polmonite

Morto don Orlando, il prete che aveva sconfitto il Coronavirus stroncato da una polmonite
Morto don Orlando, il prete che aveva sconfitto il Coronavirus stroncato da una polmonite
di Gianluca Murgia
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Lunedì 25 Maggio 2020, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 15:52

VALLEFOGLIA - Don Orlando Bartolucci, il prete che aveva battuto il coronavirus, è morto nel tardo pomeriggio di domenica a causa di alcune complicazioni derivanti da una polmonite che lo aveva colpito una decina di giorni fa.  Aveva 76 anni e da oltre 40 era il parroco della chiesa Santa Maria Assunta di Montecchio di Vallefoglia. Era stato ordinato nel 1969.

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Era risultato negativo al doppio tampone, dopo 43 giorni di lotta e attesa, con una degenza portata avanti in una struttura romagnola. Dal 22 marzo aveva osservato un periodo di isolamento a Gabicce, a casa di parenti. Poi, con la consuenta grinta, si era ripreso ed era tornato nella sua amata Chiesa, la stessa che aveva contribuito a far crescere anche in senso fisico (con dei lavori di ristrutturazione imponenti, per Montecchio, frutto di donazioni che caparbiamente aveva ottenuto dai tanti suoi fedeli). Lui stesso aveva raccontato la battaglia contro il Coronavirus con alcuni videomessaggi e poi con un lungo post sul sito della Parrocchia che curava personalmente. Aveva lavorato al ritorno della Messa aperta ai fedeli e si era impegnato senza sosta per i possibili campi estivi che, negli anni, aveva documentato con significative raccolte fotografiche. 
 
Bartolucci, una decina di giorni fa, era stato nuovamente ricoverato nel reparto di Malattie Infettive di Muraglia. Il responso: negativo al tampone ma con una nuova pesante polmonite. Una ricaduta, forse, data dalle difese immunitarie compromesse dal pregresso Covid, con problemi respiratori che ne avevano minato il fisico ma non lo spirito. Costante, infatti, il contatto telefonico con molti dei suoi fedeli raccolti, una volta di più, nella preghiera e ora increduli di fronte alla notizia della sua scomparsa. Il campanello d'allarme, la scorsa settimana, era stato l'annullamento della diretta Facebook della Santa Messa dalla Cripta delle Beatitudini di Montecchio. Ieri era stato trasferito nel reparto di Rianimazione. Come nel caso dell'albergatore di Apecchio, anche lui è deceduto dopo aver battuto il Coronavirus. Casi simili sui quali si attende una riflessione doverosa.

Con don Orlando sono cresciute generazioni di montecchiesi. Sono cambiati sindaci, il paese è diventato città: lui è sempre stato un faro. Con un carattere anche aspro, a volte, ma coerente per una comunità cambiata e divenuta sempre più un patchwork di etnie e socialità diverse, passata dagli agi degli anni '80 alla crisi economica degli ultimi anni. Don Orlando, per anni, è stato anche insegnante di religione nelle scuole elementari e medie di Pian del Bruscolo. Queste le sue ultime parole dopo il ritorno a casa: «Ringrazio di cuore tutta la Comunità per l’affetto, per le preghiere, per la vicinanza dimostrata. Ringrazio anche qualche Santo (uno in particolare) che mi ha aiutato. Ringrazio il personale medico di Cesena e di Forlì che mi ha curato. Una riconoscenza doverosa alla mia Famiglia.

In questo periodo la nostra Comunità ha sofferto molto e nel silenzio ha dovuto seppellire i suoi morti: riposino in pace! A noi il compito di farci coraggio e di ricominciare anche con nuovi orizzonti. Grazie di cuore a tutti».

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