Pesaro, il turismo nell'autunno Covid è pieno di incognite: «Resistono solo 15 alberghi»

Pesaro, il turismo nell'autunno Covid è pieno di incognite: «Resistono solo 15 alberghi»
Pesaro, il turismo nell'autunno Covid è pieno di incognite: «Resistono solo 15 alberghi»
di Luigi Benelli
4 Minuti di Lettura
Lunedì 7 Settembre 2020, 09:24

PESARO - Ultima coda di turismo, ma la maggior parte degli alberghi stagionali chiuderà ed è pronta a riprendere l’attività nel 2021. Troppe le incognite di questo autunno inverno e la speranza di una stagione allungata sono troppo flebili. Il presidente degli albergatori Apa Hotels Fabrizio Oliva fa il punto della situazione. «Si è continuato a lavorare in questi primissimi giorni di settembre, ma le presenze sono molto ridotte e limitate. Non avremo un grande prolungamento. Basta dire che già con il primo weekend chiudono una decina di alberghi stagionali e dal prossimo quasi tutti. In pratica 35 alberghi al 13 settembre chiuderanno. Ne resteranno aperti 15 tra i fissi e due o tre stagionali che hanno deciso di proseguire».



LEGGI ANCHE:
Scontro tra due auto, una persona bloccata nell'abitacolo estratta dai vigili del fuoco

Marche e Umbria unite dalla statale 77. Una pedalata per sostenere il progetto


Ma la stagione autunnale non promette bene. «Vedremo se ci sarà lavoro. Del resto se non ci sono eventi è difficile avere persone e flussi turistici. Il convegno Amoi all’Adriatic Arena è stato rinviato a gennaio. Eventi sportivi dedicati al basket che richiamano atleti e famiglie da tutta Italia non ce ne sono, così come altri convegni.
 
È stata programmata un’iniziativa sportiva nel ponte dell’Immacolata ma siamo dubbiosi sulla realizzazione effettiva. Insomma, fino a metà settembre si resiste ma poi senza eventi diffusi sarà un autunno difficilissimo con fatturati in meno e una mancanza di business per la categoria». La notizia che anche Candele a Candelara è stata annullata e anche il Natale a Mombaroccio è in bilico, non fa che peggiorare le cose. «Il problema è che i tour operator non possono fare pacchetti per questi eventi. Per Natale e capodanno abbiamo tre gruppi confermati però tutti con riserve. Dunque si naviga a vista, con troppe incertezze». Una categoria sotto pressione che dice di aver perso circa un 40% del fatturato quest’anno, però guarda però con speranza al 2021.
Categoria sotto pressione
«Speriamo che si possa organizzare una stagione molto positiva altrimenti diversi imprenditori legati al mondo degli alberghi potrebbero trovarsi con problemi finanziari con il rischio di chiudere. Al momento non ci sono segnali di questo tipo, ma dobbiamo capire cosa succederà in futuro. Oggi abbiamo avuto aiuti dalle banche con sospensioni di mutui, ma poi le rate andranno pagate. I fornitori ci sono venuti incontro, ma serve un 2021 di eventi e richiamo per poter rilanciare il settore». Ci sono stati momenti in cui c’è chi ha venduto una camera con pensione completa a 45 euro a persona a luglio. Cifra salita dagli 80 euro ai 100 euro a persona in agosto. Questo piccolo allungamento della stagione ai primi di settembre ha portato anche a un mantenimento dell’occupazione dei lavoratori stagionali in alberghi, ristoranti e locali come spiega Fabrizio Bontà della Uiltucs: «Gli hotel hanno ancora presenze per cui anche i contratti sono stati prorogati di un paio di settimane rispetto alla data del 31 agosto. Speriamo che questo aiuti in parte l’economia del territorio. Poi capiremo cosa ne è stato dei precari lavoratori stagionali. Come ogni anno presenteranno la domanda di disoccupazione e riceveranno un assegno in base a quanto hanno lavorato. E qui vedremo, in base alle ore, se c’è stato del lavoro grigio o nero». Secondo i dati Inps elaborati da Ires Cgil i lavoratori di alberghi, bar, ristoranti, agenzie di viaggio e tour operator stagionali sono 2.918 di cui 1.894 impiegati in strutture ricettive e 1.014 in ristoranti. Altri 5.702 lavorano a tempo determinato di cui 4.774 nella ristorazione.
La questione stagionali
Tema su cui torna anche Domenico Montillo della Cisl: «E’ ancora presto, ma nelle prossime settimane vedremo come sono stati assunti i ragazzi.

C’era un gran bisogno di lavorare, ma molti avranno delle sorprese rispetto alla rendicontazione. Una piaga storica che temiamo si sia allargata con il coronavirus». La Filcams Cgil aveva lanciato la campagna di informazione Resistiamo e la segretaria pesarese Loredana Longhin è convinta che «salteranno fuori situazioni poco chiare, del resto spesso si è lavorato a chiamata, con formule a intermittenza anche solo per una serata o il weekend». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA