Pesaro, tregua dopo la rivolta in carcere, ma a Villa Fastiggi si contano i danni

Pesaro, tregua dopo la rivolta in carcere, ma a Villa Fastiggi si contano i danni
Pesaro, tregua dopo la rivolta in carcere, ma a Villa Fastiggi si contano i danni
di Luigi Benelli
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Domenica 19 Aprile 2020, 07:15

PESARO - Rivolta in carcere a Pesaro, diverse sezioni sotto scacco e ora si contano i danni dopo la tregua. Momenti di tensione venerdì con i detenuti che hanno sdradicato termosifoni, rotto plafoniere. I sindacati degli agenti di polizia penitenziaria spiegano cosa sta accadendo. Nicandro Silvestri, Segretario regionale per le Marche del Sappe, argomenta: «Da diversi giorni sono in atto proteste che coinvolgono 4 delle 7 sezioni detentive per un totale di oltre 173 detenuti. Lamentano l’inefficacia dei provvedimenti del governo per ridurre i prezzi dei cibi o prodotti che possono acquistare e la mancata applicazione di tutte le misure alternative alla detenzione da parte del Magistrato di Sorveglianza di Ancona».

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Altro tema, il Coronavirus. «I detenuti parlano di uno stato di abbandono a fronte dell’emergenza Covid 19 in ragione dell’eccessiva concentrazione dei detenuti all’interno delle sezioni, per loro una situazione di rischio per la salute in caso di diffusione del virus. Infine non possono incontrare i propri familiari».
 
Così, nel tardo pomeriggio e nella serata di venerdì, quattro manifestanti hanno danneggiato termosifoni e plafoniere e per questo motivo è saltata la socialità a camere aperte ed è stato richiesto l’intervento di Polizia e Carabinieri». Donato Capece, segretario generale del Sappe, precisa: «Da tempo denunciamo una situazione allarmante, caratterizzata da un significativo sovraffollamento del carcere a cui si contrappone una significativa carenza di appartenenti alla Polizia Penitenziaria. Siamo pronti a manifestare anche davanti al Ministero della Giustizia ed al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria».
Il vice Segretario Regionale Osapp Marche Mauro Nichilo parla di «ore di apprensione e tensione con i detenuti che hanno creato disordini e messo a repentaglio la sicurezza dell’istituto. Il tutto è scaturito dalla mancata risposta da parte del Magistrato di Sorveglianza di Ancona sulle richieste avanzate dai reclusi in merito alla concessione degli arresti domiciliari in riferimento all’ultimo decreto “svuota carceri” emanato per contrastare la diffusione del contagio del Coronavirus. Il magistrato di Sorveglianza ha replicato riferendo che, per quanto di sua competenza, avrebbe dato seguito alle richieste avanzate dai detenuti. Solo nella tarda serata la tentata rivolta è rientrata».
Pagare pegno
«A pagare pegno resta comunque e sempre il solo personale che lavora all’interno degli Istituti di pena. Infine “ringraziamo” - conclude non senza ironia - il governatore Ceriscioli per non aver risposto alla richiesta di fare effettuare il tampone dal personale penitenziario».
 

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