Pesaro, la ripartenza post Covid dei trasporti scolastici è un rebus: non ci sono abbastanza mezzi

Pesaro, la ripartenza post Covid dei trasporti scolastici è un rebus: non ci sono abbastanza mezzi
Pesaro, la ripartenza post Covid dei trasporti scolastici è un rebus: non ci sono abbastanza mezzi
di Letizia Francesconi
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Martedì 4 Agosto 2020, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 08:29

PESARO - Ritorno a scuola e trasporto scolastico, post emergenza Covid. Allo studio il piano per ripartire in sicurezza nei numeri e nelle modalità per la fruizione dei bus scolastici, in funzione della ripresa dell’attività didattica in presenza, con l’incognita però delle lezioni divise fra mattino e pomeriggio.



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Percorso in divenire ma complesso nell’organizzare il trasporto dei ragazzi su autobus, che ne potranno portare la metà, degli studenti rispetto alla capienza normale. 
 
Le criticità
Sono due le criticità che ricadono sugli istituti scolastici e su Adriabus. In primo luogo è stato chiesto dalla società di trasporto ai dirigenti scolastici degli istituti superiori, un elenco degli studenti che hanno richiesto il servizio di trasporto per il primo anno e di quanti già ne usufruiscono. E così le stesse scuole, dovranno rimodulare le fasce orarie a scaglioni per l’entrata e uscita degli studenti, in funzione dalla capienza dei bus. Non solo, una delle ipotesi avanzate prevede la possibilità per la scuola, di indicare a rotazione il numero di studenti di una o più classi, istituto per istituto, che ripartite per le varie giornate, potranno in determinate fasce orarie da stabilire, salire sull’uno o l’altro bus, sulla base delle varie destinazioni.
Adriabus dovrà redigere entro fine agosto, un piano di riorganizzazione del trasporto scolastico, calibrato proprio ai numeri che verranno forniti. Una vera corsa contro il tempo, dopo il primo incontro tecnico fra dirigenti scolastici, ente provinciale e Adriabus.
Il piano
«L’ultimo incontro con Ami e il direttore del trasporto locale, Massimo Benedetti, risale a un paio di settimane fa – anticipa, Riccardo Rossini, dirigente del Marconi – resta una forte preoccupazione, perché il problema non sono solo gli spazi interni agli istituti, bensì i trasporti, che possano essere in grado di soddisfare le esigenze degli studenti che utilizzano i bus. Nell’occasione, sarà Ami a predisporre un piano per il trasporto ad uso scolastico al 50% della loro capacità, nel rispetto delle norme Covid. Per questo la società gestore ha chiesto ai singoli istituti di fornire i numeri del totale degli alunni di ogni plesso, che usufruiscono con abbonamento annuale o stagionale delle corse con bus scolastici. Per quanto riguarda il il mio liceo parliamo di numeri considerevoli, in linea comunque con le scuole del Campus. Ovvero su circa 2mila studenti del Marconi sono quasi 1.200, i ragazzi che usufruiscono del servizio di trasporto. Attendiamo di conoscere gli esiti del tavolo tecnico che riunisce i vari enti. Per ora, Adriabus ci ha comunicato la possibilità di viaggiare al 50% della capienza per il trasporto scolastico da Pesaro verso Urbino, Fano, Cattolica-Gradara e l’hinterland. 
Le ipotesi
«Di qui si aprono una serie di ipotesi attualmente allo studio: per esempio, in una giornata potranno occupare i bus scolastici classi diverse dalla prima alla quinta, suddivise per sezione, venendo incontro in questo modo alle esigenze didattiche e di orari che devono ancora essere definiti dagli istituti. Sembra invece più difficile l’ipotesi pensata dal gestore di suddividere il numero di ragazzi da trasportare scuola per scuola e sulla base dei soli Comuni di residenza». Non nasconde la propria preoccupazione, Massimo Benedetti per Adriabus, ma la società ce la sta mettendo tutta per riorganizzare il servizio di trasporto scolastico. «Ad oggi siamo al 30-40% cento in meno dei posti disponibili per poter garantire il servizio scolastico post regole Covid – commenta il gestore – questo significa che non abbiamo quel parco mezzi sufficiente, tale da garantire a tutti di poter fruire delle varie corse. Per questo stiamo ancora aspettando la convocazione del tavolo congiunto fra mondo della scuola, Regione e singoli Comuni affidatari del servizio di trasporto urbano. Mettere a disposizione più autobus? Non è in realtà una cosa semplice e risolvibile in breve tempo. Si tratta di procedure per l’acquisto di mezzi in più, che sono particolarmente complesse. 
Confusione normativa
L’unica cosa certa è che in questo momento abbiamo a disposizione solo un 10-15% di mezzi in più e l’attuale parco mezzi comunque non è sufficiente a coprire i numeri del trasporto scolastico a livello provinciale.

Per di più solo il 31 luglio scorso un nuovo Decreto governativo, riporta indietro i limiti di capienza alla situazione della fase 1 dell’emergenza, per cui ora ci si trova con due norme contrastanti e nelle prossime ore speriamo di avere un chiarimento definitivo».

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