Pesaro, gli operatori sanitari in piazza: «Prima eroi, adesso ci negano quanto ci spetta»

Pesaro, gli operatori sanitari in piazza: «Prima eroi, adesso ci negano quanto ci spetta»
Pesaro, gli operatori sanitari in piazza: «Prima eroi, adesso ci negano quanto ci spetta»
di Thomas Delbianco
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Giovedì 28 Maggio 2020, 10:59

PESARO - «Subito le indennità in busta paga agli operatori sanitari di Marche Nord e Area Vasta, è un loro diritto». È la protesta di chi si è sentito osannato per il coraggio e la dedizione con cui ha risposto ai suoi compiti e oggi si vede negare ciò che è suo diritto ottenere.

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Per questo si è tenuto ieri mattina il doppio sit-in organizzato dai sindacati del territorio di Pesaro-Urbino Cisl Fp, Fp Cgil e Uil Fpl, prima in piazzale Cinelli davanti all’Ospedale San Salvatore di Pesaro e a seguire a Fano in via Ceccarini davanti alla sede dell’area Area Vasta 1 per protestare nei confronti della scelta dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord e della Direzione Generale Asur Marche e Direzione Area Vasta 1, di non riconoscere economicamente, nella busta paga di maggio, la professionalità dei loro dipendenti: in media, una cifra tra i 120 e 150 euro al mese a dipendente (l’indennità è di circa 5 euro per turno di lavoro)e per il superlavoro sostenuto durante l’emergenza Covid. Presenti i rappresentanti sindacali e gli operatori sanitari, tra striscioni di protesta, bandiere con i simboli delle sigle sindacali, volantinaggio sui motivi dell’iniziativa: tutte attività che sono state svolte mantenendo il distanziamento. 
 
Le ragioni

«Nei motivi della protesta c’è il mancato pagamento delle indennità - afferma Alessandro Contadini, Cisl Fp Marche - che non sono un premio, ma un’indennità che spetta contrattualmente. Apprezziamo il fatto che la direzione Marche Nord abbia comunicato la volontà di pagare, seppur in ritardo, questo tipo di indennità. Negare questa cifra, che è abbastanza irrisoria nello stipendio medio di un infermiere, 120-150 euro lorde al mese, significa non solo non riconoscere economicamente quanto dovuto, ma mortificare la dignità professionale dei nostri operatori sanitari. Queste indennità vanno pagate subito, e non solo ai dipendenti impegnati nei reparti Covid, ma anche agli altri operatori indirettamente coinvolti. Marche Nord ha creato 200 posti letto tra 5 rianimazioni dedicate, 7-8 reparti di sub intensiva, malattie infettive. Il Covid è stato affrontato dal sistema Marche Nord e tutti i dipendenti hanno diritto a queste indennità. Noi gridiamo con forza questa richiesta, e lo facciamo - continua Contadini - rispettando tutte le regole in questa iniziativa». 
Eroi ma non pagati
Per Angelo Aucello della Uil Fpl «è stato fondamentale il supporto di Marche Nord, non solo come vertici apicali, ma anche dei collaboratori medici, infermieri, che all’interno di questa emergenza hanno dato il massimo. Voglio ricordare anche tutto il personale ausiliario e di supporto, coloro che hanno sanificato tutti i locali e le stanze di degenza e non solo, per garantire massima pulizia e dare una botta al virus. Chiediamo che vengano pagate non solo le indennità previste per il Covid, ma le indennità di turno già previste normalmente e riconosciute all’interno dell’istituto contrattuale già normato. Siamo qui a rappresentare tutti i collaboratori e chiediamo a Marche Nord di pagare entro il mese di giugno e non oltre ciò che spetta ai lavoratori». Carlo Ugolini della Fp Cgil ricorda che «oggi i sanitari avrebbero già dovuto percepire le indennità previste, non è stato pagato nulla di tutto ciò. Più volte Maria Capalbo e la direzione generale hanno detto che siamo eroi, che abbiamo grande professionalità.

Ma allo stesso tempo non erogano ciò che è un nostro diritto, sancito dal contratto collettivo nazionale, articolo 86, comma 6». Ora si attendono le risposte delle direzioni generali che hanno mostrato segnali di apertura, ma i sindacati chiedono impegni certi nero su bianco.

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