Proteste contro le mascherine ai banchi di scuola: già 50 le diffide presentate ai presidi

Proteste contro le mascherine ai banchi di scuola: già 50 le diffide presentate ai presidi
Proteste contro le mascherine ai banchi di scuola: già 50 le diffide presentate ai presidi
di Luigi Benelli
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Martedì 15 Dicembre 2020, 03:05

PESARO - Mascherine sui banchi di scuola, fioccano le diffide dei genitori verso i dirigenti scolastici. Una situazione in continua evoluzione, con l’avvocatessa Isabella Giampaoli che sta raccogliendo nuove richieste. Un’avvocatessa che ha seguito in precedenza le denunce tra genitori e presidi rispetto al tema dei vaccini obbligatori e a cui ora si stanno rivolgendo nuovamente i genitori.

«E’ una situazione molto fluida – spiega Giampaolo – solo questa mattina (ieri ndr) ho avuto una decina di diffide da compilare.

Si tratta di genitori di bambini di scuole elementari soprattutto, che non accettano la mascherina nelle condizioni di staticità, ovvero sul banco.

Dopo qualche settimana dal provvedimento i nodi stanno venendo al pettine e ho già inviato in varie scuole della provincia di Pesaro le lettere, circa una 50ina. 

La rabbia

I genitori sono stanchi e arrabbiati. Hanno avuto dei confronti con i pediatri e in alcune situazioni sono stati riscontrati alcuni problemi respiratori, di sonnolenza, nausea e mal di testa da parte dei bambini e ora dicono basta. La mia diffida si basa su due aspetti. Il primo è che esiste già un ricorso al consiglio di stato in cui si dice che va equiparato il diritto alla salute dei minori al diritto alla salute pubblica. Un diritto costituzionalmente garantito. Il secondo è che il Tar del Lazio il 4 dicembre ha concesso una sospensiva a un genitore che aveva presentato ricorso dopo che il figlio aveva avuto conseguenze per aver respirato la propria anidride carbonica. Ma un caso singolo in questi casi fa giurisprudenza». Altro aspetto alcuni studi esteri che confermerebbero «secondo i dati dei saturimetri la dannosità della carenza di ossigeno per l’aspetto neurologico». Dunque una diffida rivolta ai dirigenti scolastici rispetto all’uso prolungato della mascherina. L’avvocatessa Giampaoli richiama il fatto che gli «unici che possono dare il consenso sono i genitori che hanno la potestà sui minori, quindi in caso di danni derivati dall’uso prolungato delle mascherine si procederà a verificare le responsabilità penali e/o civili davanti alle sedi competenti». Quando è uscito il dpcm anche altri avvocati hanno sollevato questioni in punta di diritto. 

Provvedimento illegittimo

L’avvocato Giovanni Orciani sottolineava che il provvedimento «E’ giuridicamente illegittimo. Un Dpcm non può imporre autonomamente obblighi non previsti dalla legge che costituisce la sua base giuridica, ovvero il dpcm precedente». Aggiungendo che il «comitato tecnico scientifico del 31/08/2020 aveva detto che per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina può essere rimossa in condizioni di staticità (bambini seduti al banco) con il rispetto della distanza di almeno un metro». 

La mobilitazione

Non è l’unico segno di malumore perché il Comitato Spontaneo “Salute e diritti a scuola” – Marche ha raccolto più di 2000 firme per chiedere che i bimbi e i ragazzi potessero togliere le mascherine in ambiente scolastico, quando sono seduti ai loro banchi e distanziati. L’idea è quella di riconoscere a Dirigenti scolastici e docenti, in base al principio di autonomia scolastica (DPR 275/99), un margine di discrezionalità. 

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