Pesaro, dal caffè all'acconciatura, rincari a macchia di leopardo. Le categorie: «Rialzi minimi». Ristoranti in controtendenza

Pesaro, dal caffè all'acconciatura, rincari a macchia di leopardo. Le categorie: «Rialzi minimi». Ristoranti in controtendenza
Pesaro, dal caffè all'acconciatura, rincari a macchia di leopardo. Le categorie: «Rialzi minimi». Ristoranti in controtendenza
di Luigi Benelli
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Giovedì 21 Maggio 2020, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 10:30

PESARO - Qualche ritocco nei prezzi, ma solo fisiologici e per via degli aumenti di materie prime e costi di gestione dopo lo stop per il Coronavirus. Anche a Pesaro ci sono stati dei leggeri ricarichi e a macchia di leopardo notati dalla clientela al momento della riapertura delle attività. Parliamo dei bar, ma anche dei parrucchieri o dei centri estetici. Per i ristoranti invece la tendenza pare inversa. Qualcuno ha aumentato il caffè di 10 centesimi, altri il taglio di capelli o la piega, altri ancora dei trattamenti estetici. Ma siamo nell’ordine di una decina di centesimi o di pochi euro, uno o due.

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Le associazioni di categoria e i consumatori riflettono sulla questione. Moreno Bordoni, segretario della Cna ha seguito il comparto di estetiste e parrucchieri. «Se c’è stato un rincaro, è minimale e si può certamente comprendere dopo 3 mesi di lockdowon completo in cui sono stati sistemati i negozi, sono state affrontate spese per renderli a norma e offrire tutti i prodotti di protezione ai clienti».
 
«La redditività è minore ma per via del distanziamento bisogna lavorare più ore. Qualcuno ha aumentato di 50 centesimi, altri poco più ma non vedo la speculazione che invece ho visto nella vendita di dispositivi sanitari come alcool e guanti. Chi ha ritoccato lo ha fatto per un mancato guadagno. Piuttosto vedo un gran senso di responsabilità. Vediamo quando tutti si normalizzerà cosa potrà succedere». Il direttore Confcommercio Amerigo Varotti è categorico: «I piccoli aumenti non mi sembrano un argomento. Il prezzo di un prodotto dipende dai costi e sono aumentate le spese di gestione. Tutta la filiera è cambiata. Non mi sorprende questa cosa, ognuno sta facendo i propri conti, e se qualcuno ha applicato nuovi prezzi fa parte dell’economia di mercato. Non dobbiamo puntare il dito, piuttosto renderci conto della grande crisi che molti imprenditori e commercianti attraversano». 
Le segnalazioni
Neppure la Federconsumatori, con la segretaria Paola Venturi Landini si dimostra particolarmente preoccupata. Anche lei ha sottomano la situazione complessiva dei vari settori, «Ci hanno segnalato dei ritocchi, dai bar-pasticcerie a prodotti di abbigliamento, o in saloni di bellezza. Ma viviamo in un libero mercato e capiamo perfettamente che con dipendenti e uno stato che non sempre ha fatto la sua parte, è normale. Le erogazioni alle partite Iva e i soldi della cassa integrazione non arrivano, il contesto è complicato per cui non possiamo condannare i piccoli negozianti. È un contesto economico in cui ognuno deve finanziare il suo debito e questi piccoli rincari sono solamente fisiologici». Alessandro Ligurgo, segretario Confesercenti Pesaro aggiunge: «Se ci sono stati aumenti in bar e pasticcerie parliamo di una decina di centesimi e da parte di chi aveva ancora il prezzo del caffè a 1 euro invece che 1,10. Ma durante il lockdown la materia prima è aumentata. Sono aumenti necessari per poter riaprire dopo settimane di sole spese e zero reddito. Occorre essere comprensivi senza gridare al lupo al lupo, non c’è speculazione, solo spirito di sopravvivenza». 
La promozione
Infine i ristoranti, dove la tendenza sembra al contrario come spiega il presidente dei ristoratori Mario Di Remigio del Polo Pasta e Pizza: «I prezzi sono invariati perché la prima incognita è capire se ci sono clienti in questa fase.

C’è chi dovrà valutare se sia redditivo restare aperti. Anzi, semmai alcuni ristoratori stanno pensando di avere dei menù promozionali per avere clienti. Del resto entrare in un ristorante in questo particolare momento è un atto di fiducia verso il ristoratore». 

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