La protesta è un flop, chiuso il ristorante. Multe Covid ai ragazzi in centro che cercano un locale aperto

Pesaro, la protesta è un flop, chiuso il ristorante. Multe Covid ai ragazzi in centro che cercano un locale aperto
Pesaro, la protesta è un flop, chiuso il ristorante. Multe Covid ai ragazzi in centro che cercano un locale aperto
di Luigi Benelli
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Domenica 17 Gennaio 2021, 03:10

PESARO - In cerca del ristorante, finiscono multati. E’ l’epilogo di una serata del 15 gennaio, quella dello slogan #Ioapro1501 lanciato dal ristoratore Umberto Carriera. Il suo ristorante a Mombaroccio è stato chiuso dalle forze dell’ordine per 5 giorni e tutti i clienti sono stati multati. Andiamo in ordine, l’iniziativa non ha fatto breccia e nessun ristoratore a Pesaro ha aperto il locale.

Compresa La Macelleria in via delle Galligarie, un flop che ha mandato in cortocircuito il sistema. Già perché alcuni ragazzi hanno iniziato a girare per il centro storico in cerca di un ristorante aperto dove mangiare. Alcuni di loro venivano persino da Cantiano. Si sono imbattuti però nei poliziotti. Quattro giovani erano senza mascherina quindi sono stati sanzionati per 400 euro per l’inottemperanza dell’obbligo di indossarla in luoghi pubblici.

E altri due di loro sono stati pizzicati dopo le 22, oltre l’orario consentito.

A uno di questi è stata avviata anche la contestazione per il possesso di 0.2 grammi di marijuana per uso personale. A qualche chilometro da Pesaro Umberto Carriera stava ospitando circa 30 clienti all’interno de La Grande Bellezza a Mombaroccio. Tra questi anche Vittorio Sgarbi e il suo staff. Gli avventori all’uscita del locale sono stati tutti identificati e multati dalla Polizia. Chi non ha ricevuto la multa nell’immediatezza, riceverà nei prossimi giorni il verbale della sanzione. Il locale è stato chiuso cinque giorni dalla polizia locale per somministrazione di alimenti e bevande oltre l’orario consentito. «Abbiamo aperto – fa sapere Carriera in un video Facebook – 30 persone a cena. Non è intervenuto nessuno durante la cena. Abbiamo necessità di lavorare. IoApro va avanti, migliaia di ristoratori lo hanno fatto. Brindiamo alla libertà, alla sopravvivenza e al rispetto delle regole che faranno ripartire il paese». Il profilo Facebook della pagina di Carriera è poi scomparso dal social, ma non prima di aver postato un video in cui riprendeva i poliziotti durante i verbali. Tanto che la Questura sta valutando possibili denunce in merito. Quello che è certo è che lo stesso Carriera, tramite i suoi avvocati, ha inviato una serie di diffide a chi lo avrebbe diffamato sui social. Alcune di queste per un importo di 3500 euro. Il tutto da chiudere in via extragiudiziale. La Confcommercio commenta l’iniziativa #Ioapro per bocca del direttore Amerigo Varotti: «E’ stata in Italia e nella nostra provincia un fallimento totale come era nelle nostre aspettative conoscendo la serietà ed il rigore delle imprese e dei nostri associati. Un fallimento ancora più evidente nella nostra Provincia – da dove è partita l’iniziativa e la pressione mediatica e politica – Qui nessuno o quasi vi ha aderito. Il promotore dell’iniziativa su quattro locali gestiti ha deciso di partecipare solo con uno e non quello pesarese come annunciato con enfasi a più riprese. Per non incorrere in sanzioni molto più pesanti visti i precedenti del locale pesarese. Un flop epocale, gli esercenti vogliono tornare ad aprile, ma chiedono di farlo nella legalità». Anche il sindaco Matteo Ricci va giù duro: «Zero adesioni, locale di Mombaroccio chiuso e un po’ di folclore. Questo il bilancio della «rivolta del noto ristoratore pesarese. Un grande flop». Una protesta che nella nostra città non ha avuto seguito, «ringrazio i ristoratori pesaresi che hanno dimostrato che qui le leggi si rispettano. Li ringrazio per la serietà perché stanno vivendo mesi difficilissimi; rabbia e sconforto sono più che comprensibili. Ma si può protestare legittimamente - continua il sindaco - senza infrangere la legge durante una pandemia».

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