Pesaro, multato mentre va a dar da mangiare ai suoi animali: registra e denuncia il carabiniere

Multato mentre va a dar da mangiare ai suoi animali: registra e denuncia il carabiniere
Multato mentre va a dar da mangiare ai suoi animali: registra e denuncia il carabiniere
di Gianluca Murgia
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Domenica 17 Maggio 2020, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 22:56

PESARO - Aveva ricevuto una multa da circa 400 euro per essere andato a dar da mangiare ai propri animali. La sanzione gli era stata comminata, in pieno lockdown, mentre stava percorrendo un tragitto obbligato di 12 km, da casa della fidanzata - dove aveva deciso di vivere l’isolamento - alla sua residenza, nel Comune attiguo, in cui aveva lasciato giocoforza un cane e due gatti. A nulla era valso il comprovato stato di necessità espresso sull’autocertificazione regolarmente esibita.

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Finita qui? No, solo l’inizio, la punta di un vero iceberg, scivolosissimo, che ha visto protagonisti alcune settimane fa due carabinieri e un operaio, con contratto a termine, in scadenza, che non sarà rinnovato, residente nell’hinterland pesarese che, tramite il suo legale, ora ha depositato in procura una denuncia con sei diverse notizie di reato: dalla soppressione di atti veri a falso ideologico. Il tutto corredato da «una registrazione audio dell’accaduto effettuata dal mio assistito» spiega l’avvocato Sergio Dini del Foro di Urbino.
 
Questa è la storia di un paradosso ai tempi in cui si intrecciano coronavirus, interpretazioni del Dpcm e tecnologia smart. Effetto domino: «Il mio cliente è stato fermato di mattina durante un normale controllo - continua Dini -, gli è stato contestato che non poteva tornare nella sua residenza per sfamare i suoi animali. I militari gli hanno detto: “Veniamo a casa tua per notificarti il verbale”. Alle 15 sono arrivati, gli hanno fatto fare alcune dichiarazioni, compresa la motivazione dello spostamento, Gli hanno notificato il verbale e poi sono andati via. Dopo 15 minuti sono tornati e, con l’intento di fargli un piacere, hanno stracciato il verbale». E qui la situazione, anziché semplificarsi, si intreccia. «In un primo momento aveva pensato di fare ricorso, poi, dopo questo comportamento plateale, voleva comunque capire se poteva andare o meno a dare da mangiare ai suoi animali - spiega l’avvocato -. Per evitare di prendere nuove multe ha chiamato, in buona fede, in caserma. Ma gli hanno risposto, forse per una deviazione di chiamata, da Urbino. Così ha spiegato la vicenda e, accennando al fatto che gli avessero stracciato la multa, ha inconsapevolmente alzato un polverone. Stracciare una multa, anche se si trattava di un aiuto, è infatti un reato». 

«Usati toni pesanti»
Il passaggio successivo, se possibile, è stato ancora peggio: «Gli stessi militari che avevano elevato il verbale sono tornati, neanche 45 minuti dopo quell’ultima chiamata in caserma, a casa del mio assistito. Bussano forte alla porta, lui si spaventa e accende l’app del registratore sul cellulare. Con quella che appare una scusa i militari volevano rinotificare l’atto del giorno prima e dopo una accesa discussione riescono nel loro intento. Infine traspare la verità: un militare, con linguaggio pesante in risposta alle domande, sostanzialmente dice che a far del bene non si ottiene nulla, che quello che era stato un favore è diventato un guaio e che ora il guaio glielo fa passare a lui». 

«Fatto spiacevole per tutti»
La querela depositata dall’avvocato Dini punta sulla «soppressione di atti veri, con l’aggravante di un atto che fa fede fino a querela di falso. Poi la riscrizione ex novo dell’atto distrutto, una falsità materiale in atto pubblico, ma anche un falso ideologico, perché l’atto originario era stato notificato il giorno prima, e non quella mattina, come riporta la relata di notifica, infine l’ abuso d’ufficio, il tutto con l’aggravante di aver commesso tali reati per sfuggire alle conseguenze di un altro reato, il primo, e cioè la soppressione». L’avvocato chiosa: «Al di là dell’aspetto giuridico, un fatto spiacevole per tutti».

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