Pesaro, Malaventura ha sconfitto il Coronavirus: «Che bello riabbracciare la mia famiglia 45 giorni dopo»

Pesaro, Malaventura ha sconfitto il Coronavirus: «Che bello riabbracciare la mia famiglia 45 giorni dopo»
Pesaro, Malaventura ha sconfitto il Coronavirus: «Che bello riabbracciare la mia famiglia 45 giorni dopo»
di Camilla Cataldo
4 Minuti di Lettura
Martedì 5 Maggio 2020, 09:12

PESARO - L’incubo è finito. Matteo Malaventura, l’ex cestista ha finalmente sconfitto il Coronavirus. Dopo due lunghissimi e interminabili mesi. Una sofferenza ma anche la forza degli affetti e l’abitudine a combattere, dal campo alla vita. Matteo ce l’ha fatta.

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«Questo scatto è la felicità della nostra famiglia appena ho saputo di essere negativo al secondo tampone – ha postato sui social -. Ringrazio lo staff dell’ospedale di Pesaro e tutte le persone che mi hanno dimostrato affetto. Un ringraziamento particolare va al dottore Nino D’Alicandro. Mia moglie e i miei figli sono stati i miei “super eroi”, perché vivere da separati senza potersi abbracciare per 45 giorni non è stato facile nè per me nè per loro. Ora si riparte...». Dopo due tamponi indeterminati (con poca carica virale) nel giro di una settimana, “Mala” ha dovuto attendere altri 15 giorni per rifare gli ultimi due, uno sabato 25 e l’altro giovedì scorso. Domenica è arrivata la risposta più bella.
 
«Una sensazione incredibile. Stando sempre chiuso in camera, vivevo una situazione surreale, isolato per tanto tempo e anche la convalescenza non è stata facile. Tutt’ora non sono al 100%. Quando ho ricevuto la notizia di essere “libero” è stata una gioia immensa, poter stare in giardino insieme ai familiari, senza dover rimanere in casa con la mascherina… Oggi (ieri) è una giornata fantastica, mi sono goduto il sole, una conquista. La prima cosa che farò una volta uscito? Una passeggiata, mi piacerebbe vedere il mare, piccole cose che ora non vedi l’ora di poter fare». Prosegue: «Sono stato in ospedale nella settimana peggiore, c’era un grande caos e sembrava di essere in guerra. Mi ha confortato, quando sono tornato dopo due settimane per un controllo, vedere una situazione più tranquilla. Nella fase 2 faccio appello alla responsabilità di ognuno. Essendoci passato, assicuro che è tosta, mi ha debilitato completamente: bisogna ripartire ma non rilassarsi».

Quando è stato dimesso, a Matteo era tornata la febbre. «E’ stata molto lunga, il virus si era affezionato a me. La mia famiglia? Siamo tutti negativi, hanno comunicato l’esito a me e a mio figlio, l’unico che restava. La prima cosa che abbiamo fatto è stata stringerci in un grande abbraccio». Tornerà a fare sport. «Inizierò con semplici camminate e poi forzerò, dovrò testarmi. Ho fatto due rampe di scale e un po’ ho accusato, mi hanno detto che ci vorrà tempo. Ho ricevuto numerosi messaggi da tutto il mondo del basket. Sono la dimostrazione di quanto lo sport sia bello». Il suo bed and breakfast a Lecce l’aspetta. «La parte turistica credo sarà quella che soffrirà di più e sarà l’ultima a ripartire. Se riusciamo a rispettare le regole, forse passeremo un’estate al meglio che si può». Non ha festeggiato la Pasqua ma potrà festeggiare il suo compleanno. «Sarà bellissimo. Questa esperienza mi ha lasciato tanto, mi ha fatto ridare valore a molte cose.

Quando arrivi ad avere una paura così grande è come rinascere. Questi due mesi li porterò sempre con me».

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