Pesaro, il consigliere comunale guarito dal Covid: «Basta burocrazia, fatemi donare il plasma»

Pesaro, il consigliere comunale guarito dal Covid: «Basta burocrazia, fatemi donare il plasma»
Pesaro, il consigliere comunale guarito dal Covid: «Basta burocrazia, fatemi donare il plasma»
di Silvia Sinibaldi
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Venerdì 8 Maggio 2020, 05:45

PESARO - «Non voglio fare polemiche, non mi interessano giudizi politici tanto meno entrare nel merito di scelte sanitarie, però io sono stato un uomo fortunato e ora desidero fare la mia parte». Francesco Totaro, 39 anni, consigliere comunale della Lega è stato tra i primi a varcare la soglia del Pronto soccorso aggredito dal Covid-19. «I medici mi hanno detto chiaramente che mi sono salvato perché sono giovane, in saluto e non fumo». 

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Oggi per Totaro «fare la mia parte» significa poter mettere a disposizione il suo sangue e i suoi anticorpi per aiutare a guarire altre persone che stanno facendo i conti con la severità del virus. Il tema dell’uso del plasma a scopo terapeutico nella lotta farmacologica al coronavirus è un argomento di grande attualità e al centro di uno scontro (uno dei tanti a cui il Covid ci ha abituati) tra medici, ricercatori e scienziati divisi sull’efficacia del protocollo.
 
«Ho sentito - spiega Totaro - di casi in cui la plasmaferesi ha dato risultati importanti. Se si trattasse anche solo di salvare una persona io vorrei farlo donando il mio sangue di guarito. Io l’inferno di questo contagio l’ho vissuto sulla mia pelle per 54 giorni, molti dei quali all’ospedale, non ho mai perso la speranza, ho sempre lottato per poter raggiungere il mio obbiettivo: riabbracciare la mia bambina e tutta la mia famiglia. Ora penso agli altri».
La battaglia
Per portare avanti la sua battaglia «ah è sempre la burocrazia a metterci i bastoni tra le ruote» il consigliere comunale si è rivolto all’Avis. «Sono stato informato che al momento non è possibile fare donazioni in questo senso. Non esiste ancora un percorso che porti a questo tipo di cura ma mi è stato assicurato che il tracciato è segnato e presto verrà definito l’iter per attivarlo. Infatti ho lasciato loro i miei dati per essere contattato al momento opportuno».
La soluzione
Non teme che come è accaduto per il Tocilizumab o il Remdesivir si gridi alla soluzione trovata per poi rivelarsi un’esagerazione? «Ripeto non sono un medico ma chiedo solo di poter attivare un percorso di cura già in essere in altre strutture sanitarie. Poi se non ricordo male la stessa Regione Marche ha aderito ad una sperimentazione per la cura di pazienti in fase critica con polmonite da Sars-CoV2, secondo un protocollo sperimentale multicentrico promosso dalla Regione Toscana. Dunque chiedo alla Regione Marche semplicemente di accelerare lungo una strada che ha già individuato e nella quale, è evidente, ha anche creduto. Tanto più che mi risulta che i potenziali riceventi saranno selezionati, secondo precisi criteri clinici, dagli specialisti di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord. Quindi a casa nostra».

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