Il Covid costringe i diabetici a girare tra le strutture: «E il Day Hospital non è sicuro»

Il Covid costringe i diabetici a girare tra le strutture: «E il Day Hospital non è sicuro»
Il Covid costringe i diabetici a girare tra le strutture: «E il Day Hospital non è sicuro»
di Véronique Angeletti
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Venerdì 30 Ottobre 2020, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 09:41

PESARO - I diabetici del Pesarese rischiano di pagare care le nuove logistiche e la spending review dell’attività clinica in nome del Covid-19.

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Un paradosso considerando che chi soffre di diabete è considerato un malato altamente a rischio coronavirus.

La situazione

Pertanto, scende in campo l’associazione dei diabetici di Pesaro che denuncia una serie di gravi disfunzioni a Marche Nord. In ultimo, lo spostamento di gran parte del reparto operativo di diabetologia, a Fano, che dilata i tempi di controllo per gli 11 mila malati del pesarese. Urge un cambio di marcia per blindare iter e protocolli e l’intervento della Regione Marche per rendere di nuovo l’Asur protagonista sul territorio nella vita dei malati. Ragione per cui Paolo Muratori, il presidente di Assodiabetici, ha già in agenda un appuntamento il 4 novembre con il Prefetto. La fotografia che qualcosa non va emerge con la decisione repentina della direzione sanitaria di trasferire il reparto di diabetologia Marche Nord a Fano. Lo scopo è fare del Padiglione F di Pesaro, un’area filtro ed allestire posti letto aggiuntivi di terapia intensiva. 
Tuttavia a pagare lo scotto saranno i diabetici. «La diabetologia inglobata a neurologia – spiega Muratori – aveva già spazi ridotti. Due ambulatori per tre diabetologi, nessun posto per il podologo, per il controllo del fondo dell’occhio e per il nutrizionista. Oggi diventa un problema anche il Day Hospital. E’ stato spostato nel Padiglione C, vicino al blocco operatorio, e non ci sarà l’isolamento a tutela degli 11 mila diabetici che devono fare controlli a Marche Nord. Ospedali dove non riusciamo ad applicare il “Manifesto delle persone con Diabete”. Qui il malato deve andare presso strutture private, in particolar modo per il rinnovo di patente (ogni 2 anni), e a dispetto dei Lea, le tre visite di controllo annuali sono state ridotte ad una soltanto». 
Lo spostamento a Fano non fa che peggiorare una situazione già critica. «L’apertura del sabato e l’orario di visita più lungo – incalza Muratori- non sono dei privilegi ma sono stati concessi per recuperare i ritardi delle visite di controllo.

Ora che ai pazienti del presidio di Fano si aggiungeranno quelli di Pesaro, le visite annuali avranno cicli di 18 mesi». Il che interrompe la rigida catena di controllo delle infezioni (piedi, piaghe, occhi) che previene grave complicanze croniche. «L’epidemia Covid-19 e la situazione di emergenza – incalza Muratori – deve essere uno stimolo a ripensare il sistema sanitario. Pazienti con patologie come il diabete che richiedono periodici aggiustamenti della terapia, monitoraggio, supporto pratico e psicologico, devono essere aiutati diversamente. Ci vuole un’assistenza a domicilio da personale specifico e, dunque, essere inquadrati dall’Asur e non dall’ospedale con visite di controllo in remoto. 

La valutazione

«Deve essere valutata - conclude Muratori - l’estensione della validità dei piani terapeutici per i farmaci. Le soluzioni esistono, alcune regioni le hanno già identificate, adesso è tempo di bussare dal sindaco Ricci, dal Prefetto con cui abbiamo appuntamento il 4 novembre e dalla neo giunta regionale». 

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