Pesaro, Chirurgia Marche Nord, prima la trincea Covid poi capofila di studi internazionali

Pesaro, Chirurgia Marche Nord, prima la trincea Covid poi capofila di studi internazionali
Pesaro, Chirurgia Marche Nord, prima la trincea Covid poi capofila di studi internazionali
di Silvia Sinibaldi
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Giovedì 14 Maggio 2020, 11:52

PESARO - Le ricerche realizzate dalla Chirurgia di Marche Nord sull’emergenza Covid sono pubblicate su diverse riviste internazionali, come lo studio che vede capofila il reparto diretto dal Alberto Patriti, in associazione con altri 70 ospedali di tutta Italia.

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«Durante le scorse settimane – spiega il capo di dipartimento di Chirurgia Alberto Patriti – questi dati sono stati assemblati per condividere percorsi e fornire ai colleghi del resto del mondo, indicazioni sugli eventi a cui sarebbero andati incontro e suggerendo possibili soluzioni. La chirurgia, negli scorsi due mesi, si è dovuta, infatti, riadattare alla condizione di emergenza sanitaria dando risposte veloci ed efficaci a chi aveva bisogno di trattamenti chirurgici urgenti. La nostra provincia ha dovuto affrontare è stata in prima linea nel fronteggiare questa guerra, assieme alle province Lombarde di Milano e Bergamo, che sono state colpite subito dopo la comparsa del focolaio cinese di Wuhan».
 
«Ciò significa che le problematiche mediche e sociali di questa crisi sono state osservate nel nostro territorio con almeno due settimane in anticipo rispetto al resto d’Italia e almeno un mese rispetto agli altri Stati Europei, potendo fare da apripista e da prototipo per tutti gli altri ospedali italiani, europei e non solo. In particolare, sono state tante le telefonate, i consigli che i colleghi di tutta Italia mi hanno chiesto in merito all’organizzazione adottata proprio per limitare al massimo l’espansione del contagio».
La fotografia
I dati raccolti raccontano che, durante il lockdown, deciso dal Governo, le urgenze chirurgiche sono calate dell’80%. Questo dato va interpretato come è stato fatto nell’articolo pubblicato nella rivista scientifica Updates in Surgery. Il fattore determinante più importante sembra essere stata la paura di recarsi in Pronto soccorso per evitare di contrarre l’infezione virale. Altro fattore è stato probabilmente il cambiamento di stili di vita che hanno prevenuto lo svilupparsi di complicanze gravi in patologie già presenti nel soggetto. In primis lo stress lavorativo e la vita frenetica con le conseguenti cattive abitudini alimentari.
Il fenomeno
Questo fenomeno è stato ulteriormente investigato nello studio pubblicato sul World Journal of Surgery confermando come nelle zone rosse italiane i pazienti tendessero a sottovalutare i sintomi premonitori di patologie gravi non-Covid per giungere in ospedale solo all’aggravarsi della situazione. Da qui l’invito ai cittadini di razionalizzare le loro paure e di considerare importanti anche sintomi non legati all’infezione da Coronavirus. Il vantaggio di tempo sulle altre regioni italiane sarà sfruttato in questo caso per riprendere prima che altrove l’attività assistenziale per il trattamento di queste delicate situazioni.

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