Pesaro, ripartenza fino a un certo punto: nella zona della movida aperture a macchia di leopardo

Pesaro, ripartenza fino a un certo punto: nella zona della movida aperture a macchia di leopardo
Pesaro, ripartenza fino a un certo punto: nella zona della movida aperture a macchia di leopardo
di Letizia Francesconi
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Domenica 17 Maggio 2020, 09:50

PESARO - Riapertura dopo due mesi di lockdown per gestori di bar, ristoranti e locali, ma non per tutti. Sono quasi una trentina fra bar, pub del lungomare e chioschi stagionali, le attività che posticiperanno la riapertura.

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Una scelta, spiega Roberto Baioni, gestore di uno dei chioschi su viale Trieste, condivisa da diversi operatori per le difficoltà operative che ricadono sulla gran parte delle attività di pubblico esercizio, soprattutto se stagionali, per adeguarsi e lavorare seguendo regole e restrizioni imposte dal Decreto ministeriale. Sono diversi i gestori soprattutto della zona mare, che attendono tempi e risposte più certe ai loro interrogativi. 
 
Per molti di loro non è conveniente aprire ora, quando il turismo è ancora assente, e si dovrà aspettare la prima settimana di giugno per gli spostamenti autorizzati da un successivo Decreto fra regioni diverse e dai paesi dell’Ue. Aperture scaglionate: «Non tutti gli operatori, ognuno per il proprio target di attività, sono in grado di riaprire da domani – commenta Baioni, titolare del chiosco Legno - si procederà per questo con aperture diversificate, c’è chi aprirà a breve, anche nel giro di una settimana e chi invece pensa di attendere ancora quindici giorni, e infine chi deciderà di aprire direttamente a giugno, quando le regole saranno più chiare, in attesa anche di un sostegno alle attività del nostro settore e aspettando il ritorno dei turisti». 
Non solo stagionali
Ecco l’elenco di alcune delle prime 25 attività che slitteranno l’apertura, la maggior parte di questo si trovano lungo viale Trieste: Prima Foglia, Prima Riva, Barbarella, Cocobongo, Arcobaleno, Peperoncino, La Vela, Clandestina, What’s, Due Palme, Mar’aviglia e Germano, mentre in centro storico, slitta l’apertura per Casetta Vaccai e Centralino. L’apertura posticipata non è solo un problema limitato ai chioschi stagionali, ma è comune anche ad altre attività di ristorazione e food. Sceglie di aprire a giugno anche il Miki’s di Baia Flaminia. «Ci serve ancora del tempo per organizzarci e adeguarci agli obblighi imposti dal Decreto – commenta il titolare, Filippo Tovani - sono prescrizioni complesse soprattutto per garantire la giusta distanza e le norme di sicurezza fra i tavoli e gli spazi del locale. Per questo abbiamo scelto di aspettare. Nei prossimi giorni infatti abbiamo la necessità di completare alcuni lavori interni, che dovranno rendere il ristorante accogliente ma sicuro per noi e i nostri clienti». Rimanda l’apertura anche il Typo Pub, spazi interni stretti e a pesare è soprattutto l’affitto. Perplessità anche per Ivan Acquaviva di El Cid. «Preferiamo attendere ancora qualche giorno prima di riaprire al pubblico – commenta – molto dipenderà dall’evolversi della situazione e da come i pesaresi risponderanno alle prime riaperture fra negozi, ristoranti e servizi in genere. Adeguarsi per alcuni di noi resta complicato, anche perché le linee guida per certi aspetti o non sono ben definite o restano poco chiare» 

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