L'allarme dei pediatri: «Risposte rapide ai test sui bambini o rischiamo il blocco della scuola»

L'allarme dei pediatri: «Risposte rapide ai test sui bambini o rischiamo il blocco della scuola»
L'allarme dei pediatri: «Risposte rapide ai test sui bambini o rischiamo il blocco della scuola»
di Letizia Francesconi
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Giovedì 17 Settembre 2020, 09:17

PESARO - Una mamma accompagna il proprio bambino a scuola, ma all’ingresso di una primaria della città, al controllo del termoscanner la temperatura segna 37.2 . Operatrice e dirigente scolastica non permettono al bimbo di entrare in classe e lo rimandano a casa, consigliando un confronto con il pediatra. Caso poi rientrato. 



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E’ questo il primo, ma non sarà l’ultimo dei casi, che famiglie, operatori scolastici e sanitari si troveranno ad affrontare. Si dice per questo preoccupato il pediatra pesarese, Bruno Arcangeli, segretario regionale della Federazione Italiana Pediatri, perché già dalle settimane antecedenti l’inizio della scuola, i nostri pediatri si sono trovati a ricevere le prime richieste dei genitori per la verifica con tampone. Stanno arrivando infatti al Dipartimento di Prevenzione Asur le email inviate da pediatri e medici di base per sottoporre a tampone casi sospetti Covid. Esiti dei tamponi, che devono ancora arrivare. Si accelera ora per avviare anche l’iter della campagna vaccinale antinfluenzale, ma non manca qualche “intoppo”.
 
Alcune aziende farmaceutiche ritarderanno le consegne delle dosi previste entro fine settembre, per i distretti dell’ Area Vasta 1. «Da lunedì, primo giorno di attivazione del canale Asur, Percorso scuole – spiega il dottor Arcangeli – il mio ambulatorio pediatrico ha già comunicato e inoltrato al Dipartimento e al Distretto di Pesaro sei richieste di tampone per piccoli pazienti. Ieri due bambini sono stati chiamati al punto Codma di Fano, dove Asur regolarmente effettua lo screening per il test di verifica, risultati attesi nelle prossime 48-72 ore. Più in generale le richieste arrivate almeno per ora solo dalle famiglie, interessano bambini dagli 8 mesi ai 13 anni. Nessun caso mono sintomatico, ma tutti per bambini e ragazzini con più sintomi associati, tanto basta per rientrare nell’attuale definizione e normativa di caso sospetto Covid con l’obbligo di richiedere il tampone.
La situazione
« Le ultime due richieste per tampone si riferiscono ad una bambina di quattro anni e una di otto. In entrambe le situazioni, febbre da qualche giorno con tosse, ma ci sono casi anche di bambini con febbre e disturbi gastrointestinali associati. C’è attesa per il test della bambina più piccola che già da una settimana aveva iniziato a frequentare un asilo di Pesaro, aperto anticipatamente. E’ proprio in casi come questo per ridurre al minimo eventuali fattori di rischio, che i pediatri del territorio chiedono al Dipartimento di Area Vasta di avere risposte in tempi più rapidi sui tamponi di bambini o studenti, rispetto al normale percorso dei test. Tutto per la sicurezza delle famiglie e dell’ambiente scolastico frequentato. Ci sono situazioni poi dove sembra non essere per niente chiaro il ruolo degli operatori scolastici, né tutte le scuole hanno ben capito come comportarsi. Vero è che la norma indica lo stop all’ingresso a scuola, come è accaduto per il caso del bambino rimandato a casa, ma solo con una temperatura di 37.5 gradi, ma c’è il dubbio se si superano i 37 ma non si raggiunge la temperatura fissata dalla normativa. Nel caso specifico il bambino l’ho subito visitato in ambulatorio ma non ho riscontrati né febbre né altri sintomi, forse era solo accaldato, e così non ho richiesto il tampone e mi sono limitato a scrivere alcune righe alla scuola, senza certificazione, per comunicare che poteva essere riammesso tranquillamente». 
La campagna vaccinale
«Sono 94 mila 290 le dosi che dovranno essere fornite alla nostra Area Vasta – anticipa il direttore del Dipartimento Igiene e Salute, Augusto Liverani – ben il 40 per cento in più rispetto alle normali quantità di un antinfluenzale, prima del Covid. Una comunicazione arrivata una decina di giorni fa, sembrava confermare la consegna delle prime dosi per gli ultimi giorni di settembre. Poi martedì la notizia, che ci sono aziende che non riusciranno materialmente a dotarsi e fornire i quantitativi fino ai primi del mese di ottobre. Per questo Distretti e Dipartimento, si stanno organizzando e attrezzando.
L’obiettivo
«Resta l’obiettivo di partire con la campagna vaccinale allargata, entro il 15-20 ottobre e non oltre.

Pronti se necessario, e sulla base dei quantitativi che arriveranno ai medici di medicina generale, ad organizzare punti Drive di massa e un percorso di vaccinazioni separato per i più piccoli. Ricordiamo che la vaccinazione nei piccoli è gratuita da sei mesi a sei anni, ed è plausibile aspettarsi un aumento del numero nei registri vaccinali. Non tutti i pediatri del territorio somministrano infatti l’antinfluenzale. Il Dipartimento dovrà organizzarsi, prevedendo un’apertura più dilatata con orari prolungati dei nostri centri vaccinali, e più operatori in campo che possano eseguire su appuntamento sedute dedicate».

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