Sette medici di base in quarantena per il Coronavirus: diecimila cittadini senza dottore

Pesaro, sette medici di base in quarantena per il Coronavirus: diecimila cittadini senza dottore
Pesaro, sette medici di base in quarantena per il Coronavirus: diecimila cittadini senza dottore
di Silvia Sinibaldi
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Martedì 3 Marzo 2020, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 07:12
PESARO - Il tentativo di stringere le maglie delle reti di controllo realizzate per arginare il contagio del coronavirus rivelano ogni giorni pericolose smagliature. Mentre l’attenzione intorno al mondo sanitario si coagula intorno agli ospedali, l’allarme arriva questa volta dai medici di base e dai pediatri che continuano a visitare le persone senza alcun dispositivo di protezione in dotazione. Se la precauzione di contattare medici e pediatri via telefono protegge i pazienti evitando incontri nelle sale d’attesa, per il medico non rappresenta invece una sicurezza. 

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Dal 25 febbraio, giorno in cui è stato individuato il primo paziente positivo a Vallefoglia, al 2 marzo i medici di base in quarantena nella nostra provincia sono 7 (con più di 10mila assistiti), nel dettaglio 4 a Pesaro, uno a Fano, uno a Mondolfo e uno a Urbino. In quarantena ovviamente anche le loro famiglie. Sono stati tutti contatati dall’Asur e informati che hanno visitato pazienti risultati positivi al coronavirus.
 
Lo conferma il presidente dell’Ordine provinciale dei medici Paolo Maria Battistini: «Ho inviato questa mattina una informativa al direttore generale dell’Asur Marche, Nadia Storti e al dirigente del Gores per far presente che ai medici di base mancano gli strumenti di protezione e per come stanno andando le cose non è possibile neanche dotarsene personalmente.
Il quadro
«La situazione è in continua evoluzione: fino a sabato mattina i medici di famiglia entrati in contatto con pazienti positivi erano due poi questa mattina (ieri ndr) siamo saliti a 7. Ma non è solo la progressione a preoccupare quanto la situazione che si viene a creare. Facendo un calcolo semplice, a partire dal fatto che i sette medici sono tutti massimalisti (cioè hanno circa 1.500 pazienti a testa), significa che in provincia ci sono all’incirca 10mila pazienti senza medico di riferimento». 
A questi numeri vanno aggiunti quelli dei pazienti pediatrici?
«Certo perchè per i pediatri la situazione non si discosta da quella dei medici di base».
Le FAQ 
Non è possibile sostituirli?
«La verità è che non è affatto semplice. Abbiamo un’endemica mancanza di medici in tutto il Paese e si figuri con che spirito, in tali condizioni, si accetta un’offerta a rischio come questa. Non si può perdere tempo, è necessario arrivino i dispositivi di protezione a partire da mascherine efficaci e funzionali. Se non siamo in grado di farlo abbandoniamo i medici di base al facile contagio». 
Perché ai medici di famiglia in quarantena non viene fatto il tampone orofaringeo?
«Perché al momento sono tutti pazienti asintomatici e abbiamo sperimentato sul campo che l’esito dell’esame effettuato su pazienti in quelle condizioni è falsato. Aumenta la probabilità di falsi positivi e comunque i risultati non sarebbero certi». 
Qual è il rischio che la vicenda finisca fuori controllo?
«Significherebbe che il sistema sanitario va a rotoli. Non possiamo permetterlo». 
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