Pesaro, medici senza protezioni: stentano a decollare i tamponi a domicilio e "drive in"

Pesaro, medici senza protezioni: stentano a decollare i tamponi a domicilio e "drive in"
Pesaro, medici senza protezioni: stentano a decollare i tamponi a domicilio e "drive in"
di Letizia Francesconi
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Martedì 7 Aprile 2020, 06:38

PESARO - Loro, i medici di Guardia medica parte delle Unità Speciali Usca, dovrebbero entrare nelle case di malati e positivi al Coronavirus e garantire la giusta assistenza e la terapia a domicilio. Facile a dirsi, sulla carta, ma nei fatti la partenza per i distretti di Pesaro, Fano e Urbino è in salita, dal momento che i medici stessi non sono ancora dotati degli strumenti necessari per le visite a domicilio, monitorare le condizioni dei malati e indicare loro se proseguire o modificare la terapia in corso.

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Non è stato ancora risolto il problema del ritardo dell’esito dei tamponi già eseguiti su soggetti sintomatici, portato all’evidenza dall’Ordine dei Medici. Per il distretto di Pesaro le Unità entreranno a regime fra la giornata di oggi e domani con le prime visite a domicilio mentre il distretto di Fano è partito già sabato scorso. Di pari passo alla partenza delle visite a domicilio continua il percorso check point guariti di Asur. Oltre 2mila i soggetti attualmente inseriti nelle liste Asur. 
 
Tre i medici coordinatori Usca, il dottor Delbianco per il distretto di Pesaro, il dottor Bovicelli per Vallefoglia e il dottor Sciuto per le residenze protette per anziani. E’ prevista una squadra di due medici Usca per la città di Pesaro, che saranno informati dei nuclei familiari o singoli soggetti da visitare, dai medici coordinatori di zona, che a loro volta riceveranno l’elenco dei nominativi dai medici di base. Riunione organizzativa e di assestamento, ieri mattina, fra i medici e la referente del Distretto di Pesaro, Elisabetta Esposto. «Restano due criticità – spiega Michele Montesi, medico coordinatore di Fano – i medici Usca sono sprovvisti di elettrocardiografo per una diagnosi più chiara e la prescrizione a domicilio di una terapia più adeguata al singolo caso. Nel frattempo, la dottoressa Esposto ha anticipato l’arrivo di 250 saturimetri destinati alle visite a domicilio. Ma su questo c’è ancora poca informazione, alcuni pazienti se li sono procurati autonomamente tramite le farmacie oppure on line. La seconda criticità riguarda l’esito dei tamponi. E’ vero che i medici visitano a domicilio con i dispositivi di protezione individuale adeguati, ma non sappiamo esattamente quanti siano positivi. Gli ultimi esiti dei test hanno un ritardo di 4-5 giorni, altri di una settimana, troppo tempo per decidere la terapia da fare o da continuare, che già in media dura una settimana. Sappiamo che Asur sta inoltrando i campioni anche fuori provincia al laboratorio virologico di Fermo, intasato dalle richieste». A Fano domenica, le prime Unità Speciali si sono trovate a fronteggiare le richieste crescenti dalle case di riposo, Saltara e Fossombrone. Per capire i numeri dei pazienti visitati a Pesaro si attendono i prossimi giorni.
Checkpoint
La tensostruttura Asur in strada dei Cacciatori sarà attiva e resterà aperta fino a ottobre per i cittadini di Pesaro, Vallefoglia, Gabicce e Gradara, che dovranno eseguire i doppi tamponi di verifica. Un lasso di tempo apparentemente lungo ma necessario, considerando che i periodi di quarantena sono dilatati nel tempo sulla base dei casi positivi che escono via via dall’isolamento. Dopo la partenza di prova per testare i tamponi, mercoledì e venerdì il servizio “guariti” sarà di nuovo attivo. «Nelle prossime due giornate abbiamo in programma di eseguire i test di verifica su 100-110 soggetti – riferisce la coordinatrice Esposto - chiamati da Asur a presentarsi nella tensostruttura.

Solo per Pesaro abbiamo una lista già pronta di 300 persone, che potrebbero aumentare, mentre a livello del bacino di utenza territoriale dei Comuni vicini, siamo oltre le 2 mila persone da chiamare. L’arrivo del risultato del primo tampone avviene nelle 24 ore successive, ma dipende anche dal carico dei laboratori dove sono inviati. Crediamo viste le opportunità e i kit in arrivo di sfruttare meglio il laboratorio Marche Nord e quello urbinate».

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