Pesaro, la città piange Giovanni Ranocchi, l'imprenditore creatore di TeamSystem e innamorato dello sport

Pesaro, la città piange Giovanni Ranocchi, l'imprenditore creatore di TeamSystem e innamorato dello sport
Pesaro, la città piange Giovanni Ranocchi, l'imprenditore creatore di TeamSystem e innamorato dello sport
di Thomas Delbianco
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Giovedì 26 Marzo 2020, 09:55 - Ultimo aggiornamento: 18:39

PESARO - «Un uomo sincero e schietto, un imprenditore illuminato e dal grande cuore, ha sostenuto l’economia e lo sport locale». Grande cordoglio a Pesaro, dove ha vissuto, lavorato, stretto forti legami nello sport, e a Urbino, sua città natale, per la scomparsa di Giovanni Ranocchi. L’imprenditore, molto conosciuto e stimato, si è spento martedì notte all’ospedale San Salvatore, dove era stato ricoverato dopo aver contratto il Coronavirus. Lascia la moglie Rosy e le figlie Arianna e Giovanna: un momento drammatico e doloroso, per la famiglia, e anche per la città. Ieri mattina quando è iniziata a circolare la notizia della sua scomparsa tantissime sono state le manifestazioni di incredulità e di affetto. Tanti i messaggi di stima.

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Nato nel 1944 a Urbino, dai suoi genitori, di origini contadine, aveva imparato la correttezza, per lui la parola data era come scritta sulla pietra. Aveva mosso i primi passi lavorativi come elettricista, poi venditore alla Olivetti, l’esperienza alla Iterby, fino alla creazione della TeamSystem. Uscito dall’azienda, che ha portato ai massimi livelli nel campo dei software gestionali e nei servizi di formazione, Ranocchi è ripartito di nuovo. Nel 2002 ha fondato il gruppo Ranocchi, fornitore di software, con 170 dipendenti e sede in strada degli Olmi. Ha raccontata la sua biografia nel libro “Ricomincio da capo”, scritto con Giusy Balzano.
 
Ranocchi aveva una passione viscerale per lo sport, ha legato il suo nome al football americano, al basket, al volley. La grande famiglia degli Angels ieri ha voluto onorare la sua memoria, «più di uno sponsor per tutti noi. Imprenditore illuminato, persona dal grande cuore, uomo schietto e sincero, è stato l’angelo del football americano pesarese, che ha sempre sostenuto con coerenza ed affetto negli anni, mettendo il suo nome sulle nostre casacche con una fedeltà encomiabile e una vicinanza amorevole. Questa è la sua eredità e noi non potremo mai dimenticarlo. Ciao Giovanni». Anche la Vuelle piange la scomparsa di Giovanni Ranocchi. Il presidente Ario Costa lo ricorda commosso: Ciao Giovanni, dimmi che mi sono svegliato e tutto non è realtà...». Cordoglio per la scomparsa di Giovanni Ranocchi è stato espresso anche dal sindaco Matteo Ricci. «Siamo profondamente addolorati. Il territorio perde un protagonista coraggioso, che ha costruito ogni tappa della sua vita professionale con lungimiranza, sacrificio e visione».
Protagonista coraggioso
«Dall’esperienza in Olivetti all’Iterby - prosegue il primo cittadino - passando per la nascita di TeamSystem: con capacità e competenza ha inciso profondamente sul tessuto economico della comunità, sostenendo con grande passione anche il football americano, il volley, il basket e il mondo dello sport pesarese che oggi lo ricorda con affetto e commozione. Anche dopo l’uscita da TeamSystem ha saputo rimettersi in gioco, andando avanti e lasciandoci un grande messaggio di forza. Non lo dimenticheremo. Siamo vicini alla famiglia in questo momento di dolore». Profondo cordoglio è stato espresso anche dall’Amministrazione comunale di Urbino: «Apprendo che la sua scomparsa – commenta il sindaco di Urbino Maurizio Gambini – è legata al contagio dovuto al Covid-19 e questo rende la notizia ancora più triste. A tutta la sua famiglia rivolgo l’espressione delle più sincere condoglianze a nome personale e di tutta l’amministrazione comunale».
Tanti messaggi
Un addio commosso anche da Angelo Spagnuolo, presidente del Panathlon Club: «Un imprenditore lungimirante, grande sostenitore e mecenate dello sport pesarese».

Toccato anche Carlton Myers, uomo simbolo Teamsystem per tanti anni prima a Rimini e poi a Bologna: «Oggi non c’è più un amico, amico che stimavo e rispettavo. Non è un caso che la mia più grande prestazione sia avvenuta indossando la maglia con il nome dell’azienda che Giovanni rese unica. Giovanni era, infatti, un uomo dalle grandi imprese».

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