Carlo Amodio ucciso dal Covid, la città in lacrime per il primario che ha combattuto il virus fino all'ultimo

Fano, Carlo Amodio ucciso dal Covid, la città in lacrime per il primario che ha combattuto il virus fino all'ultimo
Fano, Carlo Amodio ucciso dal Covid, la città in lacrime per il primario che ha combattuto il virus fino all'ultimo
di Osvaldo Scatassi
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Lunedì 6 Aprile 2020, 09:29

FANO - Il radiologo Carlo Amodio è rimasto fino all’ultimo al proprio posto di lavoro, davanti alle sue strumentazioni. Generoso, appassionato, buono e disponibile, quindi sempre pronto a dare una mano a chi ne avesse bisogno.

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Nelle settimane scorse il coronavirus ha cominciato ad aggredirlo e da quel momento in poi è iniziato un calvario, tanto ricorrente in questi giorni, che ieri si è concluso con la morte nella rianimazione dell’ospedale San Salvatore, a Pesaro. Amodio aveva 71 anni e la sua scomparsa lascia un vuoto enorme. Una figura molto amata da tutta la città di Fano
 
In questi decenni di lavoro aveva costruito una solida reputazione e tra i suoi pazienti godeva di profonda fiducia. L’intera città piange ora la sua scomparsa «a causa del subdolo virus». «Per me prima di tutto un grande amico», dice Massimo Agostini, che è stato suo collega, ricordando «la passione e la professionalità» con cui Amodio aveva «condiviso programma e gestione degli screening oncologici». Il saluto del sindaco Massimo Seri è un ultimo «abbraccio fraterno». «Provo un grande dolore – aggiunge – Fano perde una splendida persona, ancor prima di uno stimato professionista che ha aiutato tante persone. Tutta la mia vicinanza alla moglie e ai figli». Carlo Amodio si era laureato nel 1978 in medicina e chirurgia, con pieni voti, all’Università di Bologna. Tre anni dopo si era specializzato con lode, sono seguiti quarant’anni di carriera come specialista in radiologia diagnostica. Docente per tre lustri dell’Università Carlo Bo a Urbino, è stato direttore di radiologia al Santa Croce di Fano.
Il dopo pensione
Da qualche anno si dedicava alla libera professione e forniva consulenze anche fuori regione, in Emilia Romagna. Amodio è stato assistente radiologo a Mondavio agli inizi degli anni ’80 e in seguito aiuto a Fossombrone, dov’è stato primario dal ’92 al ’93. Prese servizio nell’ospedale di Fano nel luglio 1997. «Sono distrutto – afferma Gabriele Frausini, primario di medicina al Santa Croce – Perdiamo una persona speciale e non lo dico perché è stato un mio grande amico: era veramente così. Come medico e come persona merita un grande grazie da parte di tutta la comunità. Era un entusiasta, uno che non si tirava mai indietro, disponibile in qualsiasi momento e pronto a fare del bene a tutti. Ha combattuto come un leone. Sarà difficile ritrovare una figura come la sua». C’è stato un momento in cui sembrava che la malattia fosse sul punto di regredire, ma un successivo aggravarsi della situazione non ha lasciato scampo al radiologo fanese. 
Gli omaggi
Gli rende omaggio Nicola Nardella, direttore medico del Santa Croce oggi in aspettativa: «Ancora lacrime, è morto Carlo Amodio. Un uomo e un medico immenso, un fratello, un esempio di vita e professionale. Un pezzo della mia vita non c’è più». Claudio Cicoli, direttore di ostetricia e ginecologia, condivideva con lui lo studio professionale a Calcinelli: «Io e i mei colleghi perdiamo un punto di riferimento. Parlavo volentieri con lui dei casi clinici, perché aveva sempre una parola incoraggiante. Un’enciclopedia vivente, dotato di tanta umanità e tanto rispetto per i pazienti». 
Amodio è stato per tanto tempo anche consulente del Fano Calcio. «Lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per noi ed esprimo le più sincere condoglianze a tutta la famiglia. Mi mancherai tanto e non ti dimenticherò mai», scrive il responsabile sanitario Augusto Sanchioni, a nome di tutta la società granata. «Oggi un altro dei nostri eroi ci ha lasciato.

Si è spento nel reparto di rianimazione Carlo Amodio per una polmonite interstiziale dovuta al Coronavirus. L’azienda ospedaliera Marche Nord - dice il dg Maria Capalbo - abbraccia la famiglia, in particolare la moglie Donatella. Il suo ricordo e la sua abnegazione al lavoro resteranno vivi nei nostri cuori. Lavoro che ha amato e fatto con passione fino alla fine nonostante il pensionamento». Attualmente medico radiologo libero professionista in Provincia di Pesaro e Urbino e consulente presso diverse cliniche.

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