Cena di protesta contro il Dpcm firmata Carriera e Sgarbi: «Violato anche il coprifuoco»

Coronavirus, cena di protesta contro il Dpcm firmata Carriera e Sgarbi: «Violato anche il coprifuoco»
Coronavirus, cena di protesta contro il Dpcm firmata Carriera e Sgarbi: «Violato anche il coprifuoco»
di Thomas Delbianco
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Domenica 8 Novembre 2020, 02:40

PESARO «Carriera e i suoi ospiti nella cena proibita di Fano, un gesto ancora più grave di quello di Pesaro. Nella mia città hanno violato anche il coprifuoco. Sgarbi? Se fossimo davvero in una dittatura, come lui sostiene, all’uscita dal ristorante forse avrebbe trovato qualche manganello, piuttosto che i giornalisti ad intervistarlo», afferma Seri.

Ma il ristoratore pesarese non arretra: «Era un evento privato in una proprietà privata».

Venerdì sera è uscito di casa, avvertito dalle forze dell’ordine e dai vigli urbani, oltre che da tante persone che stavano guardando i social, il sindaco di Fano Massimo Seri. «Ero in taverna, non prendevano i collegamenti, ma appena ho saputo quello che stava succedendo, mi è sembrato doveroso andare sul posto di persona, perchè un sindaco non si nasconde dietro un dito in queste situazioni». 

L’escalation

E così Seri è arrivato in via San Francesco, nel centro storico di Fano, dove c’erano già i carabinieri e i vigili urbani, intervenuti a seguito della presenza di un gruppo di persone all’interno del locale Chic, dell’ormai noto ristoratore “disobbediente” Umberto Carriera, con due “precedenti” alle spalle: la cena con 90 commensali al Ristorante La Macelleria di Pesaro, e la successiva chiusura anche dell’Osteria delle Candele. Il terzo episodio venerdì sera in un altro dei suoi sei ristoranti, “Chic” a Fano, appunto. «E’ un nostro diritto poter cenare in un evento privato in una proprietà privata - ha scritto ieri sui social Carriera mostrando un video - I carabinieri non hanno mai messo piede nel ristorante e non hanno fatto irruzione, aspettando in strada che i miei ospiti terminassero la cena. La mia battaglia va avanti e nei prossimi giorni incontrerò molti ristoratori pesaresi e fanesi, pronti ad evidenziare il nostro più grande diritto: quello di lavorare. Con dignità e in sicurezza». Una serata contraddistinta dalla presenza di un ospite illustre, l’onorevole e critico d’arte Vittorio Sgarbi, che ha «preso un aperitivo» al tavolo con Carriera, prima di recarsi a San Marino per una cena, lì consentita, con il ministro del Turismo sanmarinese. 
Niente sconti
Massimo Seri non fa sconti sulla serata: «Queste sono provocazioni che vanno condannate, perchè, oltre che contrarie alle leggi, sono irrispettose della categoria che si vuole rappresentare. Questo non significa essere d’accordo con il Dpcm, ma le regole vanno rispettate, altrimenti non si va da nessuna parte». Carriera sostiene che il suo fosse un evento privato.«Non è così, una serata privata è un’altra cosa. E in ogni caso non si può essere così tanti. 
«La responsabilità se la prenderà Carriera - continua Seri - ma è stato più un momento di visibilità per Sgarbi. Mi verrebbe da dire a Sgarbi, il quale ha studiato storia e conosce bene cosa significhi il termine dittatura, che se oggi ci fosse davvero una dittatura, e per fortuna non è così perchè siamo in un sistema democratico, invece di attenderlo, all’esterno, cameramen e giornalisti, forse avrebbe trovato altro, magari qualche manganello». I carabinieri hanno identificato uno ad uno i presenti all’interno del locale, mentre i vigili urbani hanno raccolto tutta la documentazione, per preparare i verbali. Due le contestazioni di carattere amministrativo che la municipale fanese è orientata ad addebitare a Carriera: la violazione del Dpcm nell’orario di chiusura alle 18 per la somministrazione di alimenti e bevande e la violazione del coprifuoco alle 22 introdotto nella zona gialla con l’ultimissimo Dpcm del Governo. 
«Non credo che quelle persone fossero lì per motivi di salute o di lavoro, dopo le 22», aggiunge Seri, il quale fa intendere che le sanzioni amministrative potrebbero essere maggiori rispetto a quelle elevate dopo la chiusura della Macelleria.

In quel caso 400 euro di multa e chiusura del locale per 5 giorni, con una successiva sospensione della licenza per 15 giorni su provvedimento del Questore.

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