PESARO - Vaccinazione anche per chi lavora in fabbrica con un camper che si muova da azienda ad azienda, è la proposta di Confindustria territoriale. Spiega il presidente, Mauro Papalini, attraverso un appello rivolto ad Asur e Regione per una vaccinazione diffusa e itinerante: «Siamo pronti ad allestire un camper che possa viaggiare per il territorio provinciale e consentire, in tutta sicurezza, la vaccinazione dei lavoratori delle imprese nostre associate, ovviamente rispettando la sequenza delle priorità fissata dalla Regione Marche, che potrebbe tenere conto anche i tecnici di aziende che devono installare impianti e collaudarli, che hanno la necessità di spostarsi frequentemente non solo fuori regione, ma anche fuori dai confini nazionali».
Nello specifico
Poi entra nello specifico: «Come Confindustria possiamo mettere da subito a disposizione un mezzo mobile da allestire per consentire in sicurezza la vaccinazione del personale dipendente».
Punti fermi
Due i punti fermi della proposta degli industriali: «Nessuno scavalcamento dell’Asur, ma piuttosto una collaborazione ancora più stretta con l’azienda sanitaria regionale per quella che è davvero una campagna di sanità pubblica epocale e nessun desiderio di fare la corsa all’acquisto privato dei vaccini». «Ci fidiamo della capacità del governo Draghi di incidere sulle aziende produttrici perché rispettino quantitativi e tempi di consegna – sottolinea Papalini -, senza contare che fare la corsa ognuno per sé favorirebbe le speculazioni e i rischi». Per gli industriali pesaresi, inoltre, sono necessarie procedure urgenti per le attività di vaccinazioni itineranti e l’accordo con i medici del lavoro per vaccinare i lavoratori. È di oggi la proposta del camper, è dei giorni scorsi quella di mettere a disposizione della campagna di vaccinazione degli over 80 degli spazi sicuri all’interno delle fabbriche più grandi: «Se può servire ad accelerare il processo, noi ci siamo», ribadisce il presidente di Confindustria Pesaro Urbino. L’associazione, già da aprile, ha avviato lo screening antigenico («su base volontaria») nelle aziende associate: la stima è di arrivare a 30mila tamponi entro marzo, «ma la campagna non si fermerà fin quando non ci saremo messi alle spalle la pandemia, anche perché la disponibilità degli imprenditori sta continuando a crescere e quella dei lavoratori altrettanto».
Gara di responsabilità
Per Papalini è in corso «una gara di responsabilità, alla quale hanno collaborato attivamente anche le rappresentanze sindacali». Sempre sul fronte dei tamponi, l’associazione ha stretto una convenzione con l’università di Urbino e il dipartimento diretto dal professor Magnani per quelli molecolari: «L’accordo ci sta permettendo di avere risposte rapide sull’eventuale positività dei lavoratori, che vengono immediatamente sottoposti a quarantena evitando così il rischio di contagio. Stimiamo che finora le aziende nostre associate abbiano investito quasi un milione solo sul capitolo tamponi». Tra le prime aziende disposte a concedere e organizzare spazi e logistica: il gruppo Biesse, la Schnell e la Benelli Armi.