La resilienza degli agriturismo: «Colpiti dal coronavirus ma non certo affondati»

La resilienza degli agriturismo: «Colpiti dal coronavirus ma non certo affondati»
La resilienza degli agriturismo: «Colpiti dal coronavirus ma non certo affondati»
di Véronique Angeletti
4 Minuti di Lettura
Domenica 3 Gennaio 2021, 03:35

PESARO - Colpiti dal Covid-19 ma non affondati gli agriturismi del pesarese. Anche se alcuni hanno il bilancio in “rosso”, la luce nel fondo del tunnel la vedono. Quest’estate, il turismo verde è andato alla grande e ha premiato chi offre servizi di qualità ed innovativi.

Certo, la strada è tutta in salita, come gli albergatori, devono fare i conti con il calo drastico di turisti stranieri, con l’annullamento di eventi e di fiere, e come i ristoranti, del calo di posti e di una modalità pranzo ben lontana del core business ma più di tutto tener conto di essere aziende agricole e di dover trovare delle alternative per smaltire animali e prodotti coltivati per un consumo in cucina che non c’è. 

La riprogrammazione

«Riprogrammare sì ma come?» osserva Luca Marini a nome dei suoi soci di Baam, il Birrificio agricolo alto Montefeltro di Monte Cerignone. «In cella, abbiamo circa 160 quintali di birra ferma in fusti.

Stiamo imbottigliando, ma se non si consuma scade». Sono in difficoltà anche per l’allevamento di mucche e di maiali. Il prezzo di lavorare in filiera corta e a km zero. «Stiamo sondando le vie dell’e-commerce – conclude – ma abbiamo fiducia nel ritorno alla normalità e nella voglia di spazi quieti e genuini». Il fermo del primo lockdown, l’agrichef Doriana Barattini Pascucci dell’agriturismo “Il Casale” di Sterleto di Pergola con suo marito l’ha messa a regime sistemando le nuove recinzioni dell’allevamento di caprette a Madonna del Piano. Carni che avrebbero dovuto essere un must per i cenoni di fine anno. «Dopo il successo dell’estate, abbiamo subito l’autunno e la perdita della stagione del tartufo bianco». L’asporto lo lascia solo a chi lo sa fare. «Non ci s’improvvisa». La coppia aspetta la primavera: «abbiamo una lista in attesa di conferma». 

Il ruolo del benessere

Il Casale oltre all’agriturismo è anche un centro benessere. Una diversità di servizi che è anche la carta su cui punta la coppia Antonella Rossi e Pierpaolo Duranti dell’agriturismo “I Conti” di Acqualagna. Oltre agli otto appartamenti, hanno un’area camper con ben sette piazzole, ed offrono un servizio ristorazione solo su prenotazione per gruppi di dieci persone. Il che fa che il fermo della ristorazione influisce relativamente sulle produzioni dell’azienda specializzata in tartufaie, in cereali e erba medica con una bella bassa corte ed un allevamento di mucche e vitelli. «Abbiamo più di tutto perso tantissimi clienti – spiegano – con la chiusura degli eventi legati al tartufo ma il futuro non ci fa paura: il turista ha bisogno di verde e di servizi». Con vista mare e il cuore che batte nel Parco del San Bartolo, c’è l’agriturismo Punta degli Schiavi di Pesaro. E’ chiuso e non ha nemmeno proposto un menù per il cenone.

Niente paura

«Aspettiamo – spiega Cristian Uguccioni – e basta. Favoriti dal nostro dehors, l’estate è stato ottimo e non siamo preoccupati dall’eccesso di produzione dell’azienda che è concentrata sull’orto». Il giro d’affari è calato e le spese fisse vanno pagate. Il suo tempo, con la moglie Angela, e la mamma Daniela, lo usa per perfezionare ricetta ed accoglienza. Primavera è alle porte. Lockdown e il fermo dell’autunno non hanno intoppato più di tanto i programmi della famiglia Silvestrini dell’agriturismo Pieve del Colle di Urbania. Ha messo a regime tutte le produzioni. Filoni di pane di grani antichi con lievito madre cotti nel forno portati a domicilio, verdure sotto olio, farine, ceci e lenticchie in busta e salumi. A Natale anche l’asporto. Fiducia nel futuro? Si, eccome. Qui si regala servizi e paesaggi. Il panorama è il fondale ai carri trionfali del Dittico dei Duchi dipinti da Leonardo da Vinci. 

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