Ceriscioli, governatore delle Marche sul nuovo decreto: «È bene rafforzare le misure restrittive. Lo dicevo dall’inizio»

Ceriscioli: «È bene rafforzare le misure restrittive. Lo dicevo dall’inizio»
Ceriscioli: «È bene rafforzare le misure restrittive. Lo dicevo dall’inizio»
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Domenica 8 Marzo 2020, 11:20 - Ultimo aggiornamento: 11:24

PESARO - Ora siamo veramente in zona rossa. La provincia di Pesaro e Urbino, da oggi, sarà blindata come la Lombardia e altre 10 province, tra cui quella confinante di Rimini fino al 3 aprile. La bozza del Decreto della Presidenza dei Ministri - suscettibile fino all’ultimo di modifiche ma ormai chiara nel suo drastico indirizzo - si abbattuta nelle case dei pesaresi ieri sera all’ora di cena. La misure, sinteticamente, prevedono che per «contrastare e contenere il diffondersi del Coronavirus» il governo disponga di «evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita» dalla zona rossa. Le uniche eccezioni per «indifferibili esigente lavorative o situazioni di emergenza». Chi non rispetta i limiti agli spostamenti e le nuove misure può essere punito con l’arresto fino a 3 mesi e 206 euro di ammenda. 

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Il governatore Ceriscioli risponde al telefono alle 22. Il provvedimento era quasi inevitabile: «I numeri stanno crescendo a un ritmo molto veloce, oggi (ieri, ndr) non abbiamo fatto altro che portare pazienti contagiati da Pesaro a Urbino e ricollocare tutti gli altri non contagiati di Marche Nord nelle strutture di tutte le Marche». Nell’ospedale di Urbino, in 24 ore, è stato creato il reparto di “Osservazione breve intensiva”, sotto diretto controllo del prezioso primario Filippo Mezzolani, una sorta di Medicina d’Urgenza ricavata con 7-8 letti spostando e accorpando il reparto di Chirurgia in Ortopedia. Sull’intero territorio, secondo la bozza di decreto, verranno inoltre «sospese le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati». I bar e ristoranti potranno rimanere aperti se riescono a garantire le distanza di sicurezza.




 

Vincoli, per la prima volta, anche alla grande distribuzione: nelle giornate festive e prefestive saranno «chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati», sospese anche «le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi». Insomma, il cartello è chiaro: Provincia di Pesaro e Urbino chiusa per Coronavirus. «Bisognava rafforzare le misure di contenimento - rimarca Ceriscioli - Noi lo avevamo detto fin dall’inizio». L’effetto è dirompente ugualmente: «Siamo appena riusciti a leggere la bozza arrivataci un’ora fa, abbiamo avuto poco tempo per valutare. Il primo dato che ci è balzato all’occhio è che non si capisce il tema della tutela delle imprese. Auspico che nella stesura finale sia chiara la difesa degli operatori economici. Secondo punto non chiaro: speriamo che chi si trova fuori per vacanza, sport o tempo libero possa rientrare. Infine ci auguriamo che per motivi di salute, intendo extracoronavirus, ci si possa spostare». Per quanto riguarda le funzioni di governatore c’è il rischio che Ceriscioli venga bloccato a casa? «Non so davvero – prova ad abbozzare un sorriso – essendo soggetto attuatore delle misure straordinarie della protezione civile ci manca solo che debba teleguidare la Regione da Villa Fastiggi».

Riunione, ieri sera, in Prefettura mentre questa mattina si riunirà il Coc sotto il coordinamento del Prefetto per stabilire come saranno materialmente in vigore e che impatto avranno le misure decise. Il primo ad annunciare l’imminente arrivo di misure di restrizioni per il Pesarese era stato il sindaco di Pesaro Matteo Ricci con un post su Facebook: «Pare che la Protezione Civile e il Ministero della Salute stiano ridefinendo i criteri di contenimento per il Corona virus, inasprendo le misure... - aveva anticipato - Teniamo botta. Forza Pesaro, usciremo anche da questa situazione. Se verrà ritenuto fondamentale, faremo tutto ciò che serve per sconfiggere il virus e ripartire». Amerigo Varotti, direttore generale della Confcommercio Pesaro e Urbino, residente peraltro in Provincia di Rimini, analizza il devastante impatto economico: «La situazione era già drammatica, questa situazione riduce ancora di più gli spazi per il mantenimento sul territorio delle imprese che già hanno una ridotta capacità di resistenza. La diminuzione dei movimenti all’interno e dall’esterno della provincia uccide completamente i flussi turistici, il commercio e le attività economiche. Domani farò un summit con il personale. Ho 120 impiegati. Il governo deve mettere in campo almeno 20 miliardi, sospendere i pagamenti dei mutui, interessi bancari, contributi previdenziali e aumentare la cassa integrazione in deroga e aiutare i lavoratori autonomi. Inoltre, come ha fatto l’Emilia Romagna, la Regione Marche dovrebbe stanziare di suo 35 milioni di euro a sostegno esclusivo delle imprese». Fabrizio Oliva, presidente Apa Hotel di Pesaro, dà ormai per compromessa la prossima stagione turistica: «Le richieste di prenotazione erano già molto calate, ora moriranno. Domani rischiamo di ricevere una marea di disdette. Le istituzioni intervengano nel concreto per bloccare il pagamento dei tributi e delle bollette: il settore turistico, hotel, tour operator, la ristorazione e la filiera collegata vanno in blackout». 


Sarebbe stata una Pasqua da tutto esaurito, per 4 giorni, grazie al torneo “Ciao Rudy” con 180 squadre. «Sarà rinviato - continua Oliva - ma poi c’è un altro torneo il primo maggio, un altro ancora a fine maggio...

Un disastro. Perché ci sarà poi anche il blocco totale delle aziende che non potranno far entrare o portar fuori le merci dalla zona rossa». Le scuole, invece, rischiano un prolungamento della chiusura fino al 3 aprile: mai accaduto. «Aspetto il documento definitivo per valutare - spiega Marcella Tinazzi, dirigente scolastico provinciale -. Posso solo dire che me l’aspettavo». 

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