TERRE ROVERESCHE - Forte della recente sentenza del Tar delle Marche che ha respinto i ricorsi contro il biodigestore progettato a Ca’ Rafaneto di Barchi, la società Feronia non lascia ma raddoppia. Dopo aver annunciato che parteciperà all’asta di giugno del Ministero dell’ambiente per concorrere all’assegnazione degli incentivi per avviare la costruzione dell’impianto, l’azienda di Porto Sant’Elpidio ha rilanciato ai 7 sindaci del territorio la proposta di un progetto di finanza per la messa in sicurezza della discarica di Ca’ Rafaneto (chiusa nel 2014) posta a 300 metri dal sito del biodigestore e per la sua successiva gestione post mortem trentennale.
La lettera di De Angelis
Nei giorni scorsi l’amministratore delegato Francesco De Angelis ha scritto ai sindaci di Terre Roveresche, Fossombrone, Colli al Metauro, Isola del Piano, Mondavio, Montefelcino, Sant’Ippolito, richiamando «le caratteristiche principali e i vantaggi» già illustrati la scorsa estate, per chiedere entro 20 giorni una manifestazione di interesse affinché l’azienda possa mettere a punto e presentare nell’arco di due mesi il project financing.
Si tratta in particolare di eseguire la sigillatura della discarica con 60mila tonnellate di terra (il cosiddetto capping ancora non realizzato) e di provvedere al controllo e al trattamento successivi delle emissioni.
Le cifre del partenariato
Secondo le cifre rese note dall’azienda, il partenariato pubblico privato prevede un investimento di 4 milioni di euro, a cui i 7 Comuni contribuirebbero con 1,4 milioni già accantonati, mentre circa 2,6 milioni sarebbe finanziati da Feronia. Le soluzioni per ottimizzare la gestione dei due impianti formulate inizialmente, che avevano guidato l’azienda sulla scelta del sito (su input addirittura del sindaco di Terre Roveresche, che in seguito ha disconosciuto il progetto ritenendolo troppo impattante), sono venute nel frattempo in buona parte a mancare. Perché l’Arpam ha negato la possibilità di utilizzare il biogas della discarica per alimentare tramite un cogeneratore il digestore anaerobico e non ha accolto la proposta di trattare nell’impianto il percolato prodotto dai rifiuti.
Le economie di gestione
Però, sono possibili tuttora delle economie di gestione. La terra di copertura verrebbe prelevata nell’area dell’intervento attigua all’impianto (seppure non abbassando il piano di costruzione del biodigestore, come era stato ipotizzato a suo tempo). Secondo le stime attuali dell’azienda, con i canoni trentennali il risparmio nella gestione post mortem della discarica per la Tari versata dai cittadini dei 7 Comuni si aggirerebbe intorno al 20% dei 592mila euro annuali pagati ora. Feronia ha elaborato anche un proprio progetto per realizzare a Ca’ Rafaneto un grande parco sostenibile del rifiuto, in cui ospitare attività formative, workshop e seminari.
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