Discariche, per la Regione 100mila tonnellate di rifiuti in eccesso. Oggi incontro tecnico per verificare il piano dell'Ata pesarese

Discariche, per la Regione 100mila tonnellate di rifiuti in eccesso. Oggi incontro tecnico per verificare il piano dell'Ata pesarese. Nella foto il sito di Ca' Asprete di Tavullia
Discariche, per la Regione 100mila tonnellate di rifiuti in eccesso. Oggi incontro tecnico per verificare il piano dell'Ata pesarese. Nella foto il sito di Ca' Asprete di Tavullia
di Lorenzo Furlani
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Mercoledì 15 Febbraio 2023, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 11:17

PESARO - Un lasso di tempo per rientrare nei parametri del piano regionale riguardo al limite stabilito per il conferimento dei rifiuti produttivi di provenienza marchigiana, pari al 50% di quelli urbani, e il computo nel tetto dei rifiuti urbani per il calcolo di questa proporzione degli scarti di lavorazione delle frazioni della raccolta differenziata, che la normativa classifica come rifiuti speciali non pericolosi al pari degli altri rifiuti industriali.


Queste due misure esprimono la flessibilità che la Regione offre all’Assemblea territoriale di ambito per trovare un’intesa nella controversia sulle quantità dei rifiuti produttivi da smaltire nelle discariche di Ca’ Asprete di Tavullia e Monteschiantello di Fano in base al piano provinciale, che attualmente non ha superato la verifica di conformità alla pianificazione regionale. 

I dati della produzione

Una flessibilità quantificabile in circa 65mila tonnellate annue secondo la produzione dei rifiuti urbani del 2021 nella provincia di Pesaro Urbino, che ammontava a 198.785 tonnellate. In gioco c’è la coerenza e l’efficacia della pianificazione del ciclo integrato dei rifiuti, che è un servizio pubblico finalizzato a salvaguardare lo smaltimento nell’ambito territoriale dei rifiuti urbani indifferenziati, prevenendo le situazioni di emergenza provocate dall’esaurimento delle discariche, come ha chiarito il dirigente della Regione Sbriscia nell’incontro di venerdì scorso con i vertici dell’Ata, i gestori e i sindaci della provincia all’hotel Baia Flaminia.
In quella riunione l’assessore regionale all’ambiente Aguzzi ha manifestato, nei termini suddetti, la disponibilità a venire incontro all’Ata per un piano d’ambito sostenibile, la cui proposta dovrà essere verificata oggi in un incontro tecnico tra Regione e Assemblea territoriale d’ambito alla presenza dello stesso Aguzzi e del presidente dell’Ata (nonché della Provincia) Paolini.

La verifica degli uffici

Attualmente i conti non tornano per oltre 100mila tonnellate, secondo i dati comunicati nell’incontro della settimana scorsa da Sbriscia.

La provincia, infatti, produce 145.842 tonnellate di rifiuti urbani differenziati, che vanno agli impianti di recupero, e 52.943 tonnellate di rifiuti indifferenziati, che vanno in discarica. Considerando il dato più alto (30%) del range dello scarto di lavorazione della raccolta differenziata, nelle discariche tornano 43.753 tonnellate per un totale di 96.695 tonnellate di rifiuti di origine urbana. L’integrazione con i rifiuti produttivi pari al 50% degli urbani (48.347,5) porta a un totale di 145.042,05 tonnellate di rifiuti conferibili nelle discariche della provincia. Ma nel 2021 sono state concretamente smaltite (secondo le autorizzazioni rilasciate) circa 253mila tonnellate di rifiuti, di cui 150mila di urbani e 103mila di produttivi: 108mila tonnellate in eccesso rispetto alla conformità al piano regionale.

La necessità di ampliamento

Il piano d’ambito quinquennale dei rifiuti, partendo da una capacità complessiva degli impianti superiore a un milione di tonnellate, arriva a prevedere a fine 2025 una capienza residua di 70mila tonnellate a Ca’ Aprete e 30mila a Monteschiantello così da rendere necessaria la pianificazione urgente di un ampliamento. Riguardo ai flussi dei conferimenti, il dirigente Sbriscia, che nell’incontro ha rilevato la mancata riduzione della produzione dei rifiuti (salvo la previsione di un aumento demografico), ha ribadito che non è ammissibile che l’Ata nel piano faccia riferimento meramente ai quantitativi previsti dalle autorizzazioni rilasciate a suo tempo per l’esercizio delle discariche senza considerare le regole della pianificazione regionale.

Su questo punto, considerando anche che le autorizzazioni sono precedenti al piano regionale dei rifiuti del 2015, verterebbe l’eventuale ricorso al Tar contro la bocciatura del piano d’ambito da parte della Regione, che per l’Ata costituirebbe l’extrema ratio nel caso non si trovasse un’intesa sui quantitativi.

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