CANTIANO - Studenti che perdono parte della prima ora; pendolari che mettono quasi il doppio del tempo per raggiungere i posti di lavoro; dieci chilometri che diventano trenta per qualsiasi spostamento, si moltiplicano i disagi legati alla chiusura a Cantiano della strada statale 452, la storica strada della Contessa che collega le Marche all’Umbria.
Come si moltiplicano i danni economici. Non sono nemmeno passate 48 ore dall’inizio vero e proprio dei lavori improcrastinabili sul tratto e il viadotto che separano le province di Pesaro Urbino e Perugia e già le attività devono fare la conta delle conseguenze del divieto di transito.
Le lamentele
«Sarà il dopo Pasqua, sarà il maltempo - interviene Angelo Bei del ristorante “Tenetra” , ma per la prima volta in 14 anni d’attività, ho servito oggi (ieri per chi legge) solo 4 persone a pranzo mentre, di solito, lavoriamo per soddisfare 25-30 coperti».
Sapeva che i lavori lo avrebbero penalizzato ma mai avrebbe immaginato a quel punto. Mentre il problema, il “frontaliere” Gianluca Naticchi, da mesi, lo ha anticipato. Lato umbro è titolare di un ristorante con un distributore di benzina a 800 metri da Pontericcioli che, con ingenti investimenti, si propone come un pit stop completo di servizi per camionisti; lato Marche è il proprietario di Serendipity, risto-rustico con piscina, otto camere, dotato di un centro benessere rimesso a nuovo dopo la tragica alluvione del 15 settembre.
Gli interlocutori
Pertanto, ha lanciato una petizione, per il momento indirizzata alle istituzioni umbre e all’Anas, ma pensa di rivolgerla anche alle autorità marchigiane, a cui hanno già aderito oltre mille persone in pochi giorni.
Ristori già negati dal consiglio regionale umbro. «La comunicazione è purtroppo ufficiale, conferma, non perché non ci spettano ma perché non ci sono fondi e non si pensa di fare una legge specifica che lo preveda». La petizione riveste quindi un doppio ruolo: vigilare sui tempi dei lavori e difendere gli interessi diffusi.
«È assurdo - ribadisce Naticchi - se chiude una fabbrica e manda a casa tutti i dipendenti senza pagare la cassa integrazione, è logico che si scenda in piazza. Ma non vale per le attività commerciali, nemmeno per il settore dell’ospitalità che attira turisti e li ridistribuisce sui territori».
I territori penalizzati
Il timore è che la strada alternativa scoraggi i turisti a scapito dell’entroterra che corre da Gubbio ad Acqualagna e del lido fanese e che i flussi si indirizzino sulle spiagge al Sud del Conero. Tra le mille firme manca quella del sindaco di Cantiano, Alessandro Piccini. «Ma è solo una questione di tempo - afferma - perché condivido la petizione e invito le istituzioni sovracomunali a venire incontro alle attività che entreranno in crisi. Nel nostro piccolo, come Comune, già stiamo studiando un bando con i nostri limitati fondi». È possibile firmare la petizione in vari bar tra Gubbio, Cantiano, Cagli, Acqualagna.
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