Il Comune di Pesaro aiuterà la famiglia di Alessandro Moneti: «Ma la casa vogliono trovarla da soli»

Incontro con l’assessore al Welfare Pandolfi: saranno seguiti dai servizi sociali

Il Comune aiuterà la famiglia di Alessandro Moneti: «Ma la casa vogliono trovarla da soli»
Il Comune aiuterà la famiglia di Alessandro Moneti: «Ma la casa vogliono trovarla da soli»
di Miléna Bonaparte
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Venerdì 24 Febbraio 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 11:24

PESARO Il Comune è ufficialmente al fianco di Alessandro. Ieri pomeriggio la famiglia Moneti ha formalizzato la richiesta di presa in carico da parte dei servizi sociali per beneficiare del sostegno economico non solo nella ricerca di una nuova abitazione, ma anche per tutte le altre necessità della vita quotidiana. Un aiuto decisivo anche in vista del secondo avviso di sgombero, intimato dal tribunale per lunedì 6 marzo, che potrebbe comportare anche il conseguimento di più tempo a disposizione per il trasloco in una casa tutta da allestire per il giovane agricoltore disabile. Una decina di giorni davanti non bastano certo ai genitori del ragazzo e ai due figli, di cui uno minorenne, per fare i bagagli e lasciare la casa dove vivono, che è stata loro confiscata nel 2018, venduta poi all’asta e aggiudicata alla nuova proprietaria ad aprile, con disposizione di trasferimento per il rilascio dell’immobile notificata i primi di giugno.

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Il percorso


«La famiglia procederà autonomamente nella ricerca di una nuova soluzione abitativa e noi la sosterremo - ha dichiarato l’assessore alla Solidarietà Luca Pandolfi dopo l’incontro avuto con i genitori del ragazzo in carrozzina ieri pomeriggio in Comune -. Giuseppe Moneti, il padre del ragazzo, e la moglie intendono trovare una casa definitiva, perché non vogliono sottoporre i due figli a un doppio trasloco e a tutti i disagi che questo comporterebbe, viste le difficoltà del disabile e del più piccolo minorenne». 
Finora Alessandro ha seguito un percorso di sostegno attraverso l’Umea, l’unità che si occupa di tutela della disabilità per l’Ast-ex Asur, che a suo tempo ha preso in carico il disabile dal punto di vista sanitario.

E adesso c’è anche, formalizzato ufficialmente, il sostegno economico del Comune. 

Il contributo


«Abbiamo deciso insieme ai genitori del ragazzo che daremo alla famiglia un contributo da quantificare - ha spiegato l’assessore Pandolfi -, un aiuto non solo per la casa, ma anche per tutte le necessità quotidiane, compresa la riabilitazione. Si apre formalmente un percorso nuovo, un cammino di fiducia reciproca, cercheremo di fare tutto il possibile per loro. Avremo un ruolo decisivo per affrontare questo momento tanto difficile, la famiglia deve poter ripartire con un minimo di serenità». 
In tale direzione si sta rivolgendo dunque la solidarietà del Comune, mentre i Moneti si impegneranno nella ricerca di una nuova sistemazione definitiva, adattando l’appartamento con gli ausili che servono al ragazzo, da nove anni in carrozzina dopo essere stato vittima di un pirata della strada. Il montascale, gli scivoli, i dispositivi in bagno, il letto ortopedico, l’abbattimento delle barriere architettoniche. Lavori che richiedono tempo e sono assai dispendiosi.


Il grido d’aiuto


Un grido di aiuto, quello della famiglia del giovane agricoltore in carrozzina, al quale i servizi sociali del Comune hanno dato una risposta fin dall’estate scorsa, quando i genitori di Alessandro si sono fatti avanti per chiedere un primo sostegno per il dramma che stavano vivendo. Giuseppe Moneti è stato costretto anni fa a ipotecare la casa per fare fronte ai debiti della sua azienda Stella autotrasporti, andata in rovina per il fallimento e le altissime spese della riabilitazione del figlio, dai 4.000 ai 5.000 euro al mese in una palestra privata di San Ginesio. 
«Siamo soddisfatti per l’aiuto del Comune - ha dichiarato Giuseppe Moneti che dopo l’incontro si è messo in marcia con il figlio verso il centro di riabilitazione -. Adesso il problema è anche l’automobile che sta per tirare le cuoia, maciniamo circa 300 chilometri pressoché ogni giorno da 6 anni a questa parte. Alessandro era tornato a casa dai diversi ospedali che faceva fatica a respirare, la diagnosi di allora non dava nessuna possibilità di recupero e invece questa terapia sta facendo insperati miracoli». 

 

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