Fano, cerimonia Bandiera Blu rinviata
Botta e risposta tra sindaco e grillini

Fano, cerimonia Bandiera Blu rinviata Botta e risposta tra sindaco e grillini
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Venerdì 29 Maggio 2015, 14:37 - Ultimo aggiornamento: 15:20
FANO - La cerimonia per l'esposizione della Bandiera Blu all'Anfiteatro Rastatt è stata rinviata in seguito all'intervento del prefetto. La manifestazione era programmata per sabato 30 maggio, vigilia delle elezioni regionali; ora slitta a domenica 7 giugno.



E' questa la conseguenza più repentina dell'esposto del gruppo consiliare Fano 5 Stelle che contesta alla giunta Seri una sistematica violazione della legge sul divieto della comunicazione istituzionale in campagna elettorale.



Nel merito della questione, il sindaco Massimo Seri ha ammesso l'inopportunità della cerimonia istituzionale dell'alzabandiera Blu il 30 maggio ma ha negato che l'amministrazione comunale abbia favorito con la sua comunicazione qualche candidato. “Abbiamo comunicato le iniziative come facciamo sempre e come fanno tutti - ha affermato il sindaco -, il problema della legge sulla comunicazione istituzionale in campagna elettorale sinceramente non ce lo siamo posto”.



Il sindaco Seri dopo l'intervento del prefetto ha revocato anche il briefing settimanale con i giornalisti che si svolge ogni venerdì "causa il divieto per le amministrazioni di svolgerà attività di comunicazione in periodo pre elettorale".



La legge in questione è la numero 28 del 2000 che all'articolo 9 ammette per le amministrazioni pubbliche in campagna elettorale solamente un'attività di comunicazione indispensabile e impersonale.



Contro il proliferare nell'ultimo periodo di comunicati, conferenze stampa e inaugurazioni da parte di esponenti dell'amministrazione comunale, Fano 5 stelle lunedì scorso aveva inviato alla Prefettura di Pesaro Urbino un esposto, che martedì ha inoltrato anche all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), attraverso il Comunicato regionale per le comunicazioni (Corecom).



I consiglieri comunali grillini, richiamando una specifica giurisprudenza, hanno fatto un elenco di 30 presunte violazioni della legge in questione commesse dall'amministrazione dal 16 aprile al 23 maggio. Il Corecom ha avviato un'istruttoria comunicando di aver chiesto le deduzioni all'amministrazione comunale.



“Vedremo quello che sarà rilevato - ha dichiarato Massimo Seri -. Ognuno organizza come meglio crede le sue strategie comunicative e tutto è opinabile. Ma penso che l'iniziativa dei 5 Stelle sia eccessiva. Sono andato a verificare sul sito istituzionale uello che fa il sindaco di Parma e ho visto che fa quello che facciamo noi. Io, non come sindaco ma in una cena elettorale, ho detto che avrei votato per Rapa così come il vicepresidente della Camera è venuto a Fano per invitare legittimamente a votare per Accoto e gli altri candidati. Non si può dire che come Comune abbiamo favorito qualcuno”.



A stretto giro è arrivata la replica del gruppo consiliare Fano 5 Stelle. "Al sindaco vorremmo dire - hanno dichiarato Marta Ruggeri, Hadar Omiccioli e Roberta Ansuini - che non dobbiamo preoccuparci di certo noi di ciò che pubblicano i siti degli altri Comuni, abbiamo invece il dovere di vigilare che le comunicazioni del sito del nostro Comune siano corrette in campagna elettorale".



"Comunque, per tranquillizzare il sindaco, lo informiamo che Parma non è coinvolta da elezioni di alcun tipo - hanno sottolineato i grillini -. La seconda cosa è che quello che si contesta è la violazione di legge per il non corretto utilizzo in campagna elettorale delle comunicazioni pubbliche derivanti dal ruolo istituzionale degli amministratori comunali e del presidente del Consiglio Comunale, incluse le pubbliche manifestazioni in cui hanno partecipato in quel ruolo. Il vicepresidente della Camera Luigi di Maio è venuto a Fano non certo in una manifestazione istituzionale (non tagliava alcun nastro con la fascia), ma è venuto per un comizio elettorale, cosa perfettamente legittima al di là del ruolo istituzionale rivestito, non essendoci in tal caso alcuna confusione di ruoli nella comunicazione politica".
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