Carpegna, parà ferita, il sindaco
sbotta: «Basta, poligono da chiudere»

Carpegna, parà ferita, il sindaco sbotta: «Basta, poligono da chiudere»
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Mercoledì 13 Giugno 2018, 11:01 - Ultimo aggiornamento: 11:07

CARPEGNA – Dopo il grave infortunio avvenuto al poligono di Carpegna, dove la giovane parà Vanessa è rimasta gravemente ferita, la popolazione della zona chiede di chiudere l’installazione militare.

Il poligono militare di tiro di Carpegna, che appartiene al demanio militare dopo l’acquisto del terreno da privati e dal Comune circa 50 anni fa, è aperto dagli anni ‘60 all’interno di quello che oggi è il Parco Sasso Simone e Simoncello, per un’estensione di 2.500 ettari, e comprende anche il territorio toscano e romagnolo. La gente del paese, 1.700 abitanti, tra cui 40 migranti, risente della presenza dei militari per tiri di mortaio distinti e frequenti. «L’amministrazione comunale - spiega il sindaco Angelo Francioni - si è fatta portavoce delle esigenze della popolazione di interrompere l’arrivo dei militari e l’uso del poligono, perché la zona è a vocazione turistica, all’interno di un parco interregionale, che poco ha a che fare con l’attività militare. Ma gli appelli sono caduti nel vuoto. Torneremo a chiedere di cessare per sempre le esercitazioni militari . Basta con questa servitù militare perenne».
Intanto l’esercito informa che nel fornire la piena e assoluta collaborazione alla Procura di Urbino, titolare dell'inchiesta ordinaria, ha avviato un'indagine interna volta ad accertare con la massima trasparenza e perizia le cause dell'accaduto.

Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Salvatore Farina «ha espresso la sua vicinanza e quella di tutti gli uomini e le donne dell'Esercito ai genitori e parenti di Vanessa, auspicandone una pronta guarigione e mettendo a disposizione personale e mezzi al fine di garantire il sostegno necessario».

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