Guardia medica senza dottori, il sindaco di Fano contro Saltamartini: «Non è serio sovraccaricare il 118»

La sede della Guardia medica di Fano
La sede della Guardia medica di Fano
di Osvaldo Scatassi
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Venerdì 11 Febbraio 2022, 05:20

FANO - Pende una spada di Damocle sul servizio di guardia medica a Fano e Mondolfo, che dal primo marzo rischia di essere ridimensionato, fino a limitare l’attività al solo fine settimana, a causa di un organico sempre più ristretto. Una prospettiva che ha suscitato le vibranti proteste del primo cittadino fanese, Massimo Seri, che si è rivolto all’assessore regionale Filippo Saltamartini con toni senz’altro secchi: «Sia serio. La città e il territorio meritano rispetto».

Organici insufficienti
Gli organici della continuità assistenziale, la guardia medica, si stanno rarefacendo per diversi motivi. Difficile trovare nuovi medici e questo è un problema che si manifesta un po’ in tutta l’Italia. Inoltre numerosi di coloro che operavano già nel servizio sono passati alle Usca, le unità speciali di continuità assistenziale, oppure ai centri vaccinali, dove trovano compensi migliori, oppure aprono ambulatori di base. Una situazione difficile, anticipata dalle difficoltà già verificatesi nel distretto pesarese: chiusura a Gabicce e Vallefoglia, scartamento ridotto a Pesaro. In sofferenza l’intera fascia costiera della provincia.

«Inaccettabile è – incalza Seri – che Fano perda il servizio della guardia medica. Anche se il problema ha una valenza nazionale, la Regione deve fare di tutto per trovare una soluzione. Una città come la nostra, che d’estate ospita migliaia di turisti, non può rimanere sguarnita. Non è ammissibile. È necessario che l’assessore regionale Saltamartini riesca a proporre una risposta temporanea almeno fino al primo marzo, quando i medici di famiglia prenderanno in mano questo servizio».

Benzina sul fuoco
Proprio nel momento topico della fibrillazione, l’assessore Saltamartini ha rilasciato una dichiarazione che, come si dice in simili casi, ha gettato altra benzina sul fuoco. Secondo il sindaco di Fano non si può, nella ricerca di una soluzione alternativa, sovraccaricare il 118: «Già si trova a gestire una pressione inaudita a casa dell’emergenza Covid e riterrei un errore madornale, se fossero dirottati verso questo servizio (e quindi verso il pronto soccorso del Santa Croce) anche coloro che altrimenti si rivolgerebbero alla guardia medica. Non si può uniformare il trattamento sanitario, pensando che il pronto intervento abbia la forza di poter fronteggiare questa ulteriore mole di richieste».

C’è la casa di comunità
La questione ha dunque riverberi anche su Mondolfo e il sindaco Nicola Barbieri è intervenuto per difendere «un servizio fondamentale» tanto per il Comune che si affaccia sul Cesano quanto per l’intera bassa vallata del fiume: «Non può essere smantellato, Regione e Asur devono assolutamente trovare una soluzione al problema».

Barbieri ha inoltre aggiunto una notazione riguardante le case della comunità, strutture che dovranno rappresentare il punto di contatto fra servizi sanitari, socio-sanitari e sociali, rivolti in particolare a persone affette da patologie croniche, affidati a gruppi interdisciplinari di professionisti e infermieri. «Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, presentato dall’assessore regionale Saltamartini in conferenza di Area Vasta 1, è stato previsto di realizzare una casa della comunità a Mondolfo, un intervento importante», ha dichiarato Barbieri dopo l’assemblea di ieri.

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