Consegnata al Papa l'icona realizzata nel carcere di Fossombrone. Francesco colpito dall'opera: «Continuate così»

Da sinistra Magnanelli, il cappellano Gahungu e Papa Francesco
Da sinistra Magnanelli, il cappellano Gahungu e Papa Francesco
di Osvaldo Scatassi
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Giugno 2022, 08:24

FOSSOMBRONE - Donata a Papa Francesco un’icona realizzata da un detenuto nella casa di reclusione a Fossombrone. L’opera è stata consegnata al Pontefice da una piccola delegazione arrivata dalla nostra provincia alla Città del Vaticano: la componevano il fanese Giorgio Magnanelli, volontario nel carcere della cittadina metaurense e presidente dell’associazione Mondo a quadretti, il nuovo cappellano dell’istituto, padre Desiré Gahungu, e l’autore dell’icona.

L’icona è un’immagine sacra dalle dimensioni ragguardevoli (50 centimetri per 70), è ispirata alla parabola della pecorella smarrita, dal Vangelo secondo Matteo, ed è stata realizzata nel contesto del laboratorio Luce dentro, attivo da circa due anni nella casa di reclusione a Fossombrone.

«Papa Francesco – racconta Magnanelli – ha colloquiato a lungo con noi, mostrandosi molto colpito dall’icona sia per la bellezza sia per il forte senso di spiritualità che esprime, complimentandosi vivamente con l’autore».

Al termine dell’udienza generale, nei giorni scorsi, Papa Francesco si è intrattenuto con i cappellani carcerari di nuova nomina, una ventina in totale compreso padre Desiré: quello è stato il momento per la consegna dell’icona.

Una viva impressiona ha suscitato fra i presenti l’esperienza dell’incontro con il Pontefice, che è ha manifestato «uno spirito vivacissimo», aggiunge Magnanelli.

Spiega il presidente di Mondo a quadretti che l’incontro con Papa Francesco è una conclusione straordinaria per la mostra iconografica organizzata il mese scorso a Fossombrone, negli spazi della Fondazione Monte di Pietà.

«Tutto è nato – spiega Magnanelli – da una visita al carcere forsempronese da parte dell’ispettore generale dei cappellani carcerari, don Raffaele Grimaldi, che aveva avuto modo di conoscere le attività del laboratorio. Le parole del Papa sono state un forte invito a proseguirle e un prezioso premio per il lavoro svolto finora».

Durante l’incontro, il Pontefice ha invitato i presenti alla preghiera del detenuto, che devono recitare volontari e cappellani: «Perché tu sei in carcere e io no?». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA