Cede lo sbarramento sul Metauro: ferma la centrale Enel della Liscia, timori per il servizio idrico d'estate a Fano

Cede lo sbarramento sul Metauro: ferma la centrale Enel della Liscia, timori per il servizio idrico d'estate a Fano
Cede lo sbarramento sul Metauro: ferma la centrale Enel della Liscia, timori per il servizio idrico d'estate a Fano
di Osvaldo Scatassi
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Martedì 23 Maggio 2023, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 22:55

FANO - Ha ceduto una sezione della briglia a Cerbara, un’opera idraulica funzionale a captare acqua dal fiume Metauro e ad alimentare il corso del canale Albani. Al momento l’incidente non comporta alcun tipo di conseguenza per il servizio di acqua potabile, garantito dall’impianto a San Francesco di Saltara, nel Comune di Colli al Metauro. Se però il danno dovesse richiedere tempi piuttosto lunghi per essere riparato, la situazione potrebbe farsi problematica durante l’estate

I primi effetti

I primi effetti si sono invece già riverberati sul canale Albani, che non riceve più dal fiume.

Chiuso di conseguenza il deflusso alla centrale idroelettrica della Liscia, per evitare che il livello dell’acqua (ora ferma) si abbassi troppo. Il cedimento risale a venerdì scorso, ma nella giornata di ieri non era ancora possibile stabilire che cosa lo abbia provocato e quanto sia esteso.

Il Metauro è infatti ancora torbido, gonfio, turbolento e al momento non permette una valutazione precisa riguardo a quanto sia accaduto. È previsto che i tecnici di Aset spa effettuino un sopralluogo alla briglia, nella giornata di domani, insieme con i loro colleghi di Enel Green Power. La gestione dell’opera idraulica spetta infatti alla società per l’energia elettrica, che dovrà occuparsi anche dei lavori per riparare il danno. Prima è però necessario capire quanta parte della briglia sia stata interessata dal crollo.

Il fronte di 30 metri

A uno sguardo iniziale non sembra essere di poco conto, con molte probabilità dovrebbe trattarsi di un fronte dai 20 ai 30 metri. La briglia potrebbe essere definita come una sorta di sbarramento, lungo in totale 180 metri, che a monte crea un bacino. Serve per alimentare il canale Albani, appunto, ed è utilizzato da un punto di prelievo Aset, che capta circa 100 litri al secondo, la metà destinati alla ricarica della falda con acqua povera di nitrati e il resto alla potabilizzazione.

Ciò permette di costituire una riserva potabile cui attingere durante l’estate, quando i consumi sono al massimo sia per il caldo sia per le presenze turistiche e le quantità garantite dall’impianto a San Francesco di Saltara non sono più sufficienti. Ora il crollo non permette che si costituisca il bacino utile tanto al livello del canale Albani e alla produzione di energia idroelettrica quanto al servizio idrico pubblico. Evidente è che verrebbe a meno la riserva per la stagione calda, nel caso i lavori per riparare il danno dovessero protrarsi nel tempo. Sarebbe quindi necessario individuare soluzioni temporanee per assicurare un sufficiente approvvigionamento di acqua. 

Il fiume ancora torbido

Al momento solo ipotesi, in attesa di conoscere quale sarà l’esito della verifica prevista per la giornata di domani. L’acqua torbida e turbinosa del fiume Metauro è una coda del maltempo risalente alla settimana scorsa, che ha provocato danni soprattutto a causa di esondazioni dai corsi minori, quindi fossati e torrenti. «Stiamo continuando la raccolta dei dati da consegnare alla Protezione civile regionale per lo stato di emergenza», ha detto ieri il vice sindaco Cristian Fanesi. Alcune strade di campagna continuano a essere a rischio di piccole frane, altre sono ancora pericolose. 

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