Biodigestore, c'è la diffida dell'associazione di cittadini alla Provincia: «Violata la legge, archiviate il progetto di Talacchio»

Biodigestore, c'è la diffida dell'associazione di cittadini alla Provincia: «Violata la legge, archiviate il progetto di Talacchio»
Biodigestore, c'è la diffida dell'associazione di cittadini alla Provincia: «Violata la legge, archiviate il progetto di Talacchio»
di Lorenzo Furlani
4 Minuti di Lettura
Domenica 31 Luglio 2022, 05:25

VALLEFOGLIA - Un progetto originariamente incompleto sottoposto a un procedimento di autorizzazione viziato da irregolarità e violazioni di legge. È quanto contesta alla Provincia, presso cui è convocata la conferenza dei servizi che deve esprimersi sul biodigestore per il trattamento di 105mila tonnellate all’anno di rifiuti proposto a Talacchio di Vallefoglia, l’associazione Diversamente, che si batte contro l’impianto sulla spinta di oltre 5mila firme di cittadini contrari.

Tutti gli enti avvisati

Il presidente Andrea Torcoletti ha inviato una diffida al responsabile del procedimento, l’architetto Maurizio Bartoli del servizio pianificazione territoriale della Provincia, indicando analiticamente 9 motivi formali di censura affinché l’istanza della società Green Factory sia archiviata per improcedibilità.

La diffida, che si articola in 30 pagine ed è stata redatta in base ai rilievi dei consulenti tecnici dell’associazione, che sono esperti in materia giuridica e ambientale impegnati in campo nazionale, è stata inoltrata per conoscenza anche a Ministero dello sviluppo economico, Soprintendenza al paesaggio delle Marche, Regione Marche (servizi competenti, presidente, assessori e consiglieri), Arpam, Asur, presidente della Provincia, Comuni di Vallefoglia, Tavullia e Montelabbate (sindaco, assessori e consiglieri), Prefettura di Pesaro Urbino, procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona e procura della Corte dei conti regionale.

Tre integrazioni documentali
La contestazione principale riguarda la mancanza nel progetto presentato nel maggio 2021 da Green Factory (società totalmente partecipata da Marche Multiservizi) degli elaborati relativi al collegamento alla rete del gas per la distribuzione del biometano.

Il progetto di un metanodotto da 3,5 chilometri per connettere al punto di accesso della rete Snam collocato nel comune di Montelabbate l’impianto di Talacchio destinato alla produzione di biometano e ammendante per l’agricoltura, tramite la lavorazione di 75mila tonnellate all’anno di rifiuti organici urbani e di 30mila tonnellate di rifiuti ligneo cellulosici, è stato presentato solamente un anno dopo, il 4 maggio scorso, su richiesta specifica della Provincia.

Ma erano già state richieste dopo la presentazione del progetto e dopo la comunicazione di avvio del procedimento (ovvero nel luglio e nell’ottobre 2021) integrazioni della documentazione progettuale senza che neppure in quelle occasioni Green Factory producesse gli elaborati del metanodotto, “parte rilevante e sostanziale dell’impianto stesso” si evidenzia nella diffida.

La normativa disattesa

Come mette in rilievo Diversamente, il testo unico in materia ambientale (decreto legislativo 152/2006) è molto chiaro sul punto perché nella procedura prevede solamente quelle due integrazioni, precisando (comma quinto dell’articolo 27 bis) che “qualora entro il termine stabilito il proponente non depositi la documentazione integrativa, l’istanza si intende ritirata ed è fatto obbligo all’autorità competente di procedere all’archiviazione”.

Inoltre, l’associazione rileva che la seconda significativa integrazione documentale non era stata pubblicata perché fossero espresse le osservazioni dei soggetti interessati, come invece prescrive la legge.

Le altre censure

Le altre censure riguardano la titolarità dei terreni, la mancata qualificazione del biodigestore nell’istanza di Green Factory come azienda insalubre di prima classe che avrebbe richiesto verifiche sanitarie sulla vicinanza ad altri impianti di rifiuti e ad abitati, chiese, mensa e scuola, la carenza di elementi tecnici per qualificare l’attività, la procedura amministrativa, le incongruenze urbanistiche, le norme attinenti alla valutazione ambientale strategica, il piano di lottizzazione nell’area dell’intervento e le interazioni tra la Provincia e i Comuni di Vallefoglia, Tavullia e Montelabbate. 

Le implicazioni legali

Se la diffida non fosse accolta e venisse rilasciata l’autorizzazione all'impianto, le violazioni della procedura contestate porterebbero certamente l’associazione Diversamente a impugnare l’atto davanti al Tar.

E nel caso in cui fosse riconosciuta l’illegittimità del procedimento e Green Factory nel frattempo beneficiasse degli ecoincentivi statali, questa diffida sugli asseriti vizi renderebbe rilevante anche la segnalazione alla procura della Repubblica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA