Biodigestore, l'azienda Feronia rivela retroscena: «Il sindaco di Terre Roveresche ci indirizzò al sito di Barchi»

Biodigestore, l'azienda Feronia rivela retroscena: «Il sindaco di Terre Roveresche ci indirizzò al sito di Barchi»
Biodigestore, l'azienda Feronia rivela retroscena: «Il sindaco di Terre Roveresche ci indirizzò al sito di Barchi»
di Lorenzo Furlani
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Mercoledì 13 Luglio 2022, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 05:21

TERRE ROVERESCHE - Via libera al biodigestore a Barchi di Terre Roveresche, nei pressi dell’ex discarica comprensoriale.  L’amministrazione provinciale venerdì scorso ha pubblicato sull’albo pretorio l’autorizzazione per la costruzione dell’impianto proposto dall’azienda Feronia di Porto Sant’Elpidio per la produzione di biometano e compost per l’agricoltura lavorando la frazione organica dei rifiuti urbani e le biomasse vegetali.

Clima politico surriscaldato

Il clima politico è surriscaldato dalla prospettiva di una partecipazione di Aset all’operazione in partnership anche con Acea, possibilità che genera tensioni non solo tra i Comuni soci minoritari di Aset ma anche all’interno della stessa maggioranza fanese perché attraverso questa opzione passa la linea autonomista dell’azienda dei servizi rispetto al progetto di fusione di Marche Multiservizi.

In questo contesto, Feronia rivela alcuni retroscena sulla genesi del progetto, non solo avallato bensì anche indirizzato verso l’attuale sito di Barchi dal sindaco di Terre Roveresche, Antonio Sebastianelli, ora fieramente contrario all’impianto tanto che è annunciata la sua partecipazione al corteo di protesta organizzato a Fano mercoledì prossimo, alle 18,30, dal comitato anti biodigestore.

I retroscena rivelati

«Per amore di verità - afferma in una nota l’amministratore delegato Francesco Deangelis - abbiamo il dovere di evidenziare che tutte le fasi progettuali, le tecnologie impiegate e la dimensione dell’impianto sono state valutate preliminarmente (dal 2018/2019) e in modo positivo dal sindaco del Comune di Terre Roveresche Antonio Sebastianelli e con lui è stata valutata anche la localizzazione dell’impianto».

Infatti, in un primo momento gli fu presentato uno studio preliminare nella zona di Cerbara. Fu proprio il sindaco Sebastianelli che ci disse che l’area idonea alla realizzazione di un impianto a biometano nel proprio comune era nei pressi della discarica Ca’ Rafaneto, un’area già compromessa e in cui l’impianto avrebbe contribuito a superare le problematiche del mancato rispetto dei tempi di realizzazione della sigillatura (capping) della discarica e dei suoi ingenti costi di gestione».

«La sfida accettata»

«A quel punto  - sottolinea Deangelis -, accettammo la sfida del sito indicato perché interessante da un punto di vista ambientale: oltre all’impianto di biometano il progetto avrebbe previsto la riqualificazione di un sito compromesso dalla discarica che sarà infatti trasformato in un polo integrato del recupero e del riuso in cui ospitare attività formative, workshop e seminari».

Per domani Sebastianelli ha convocato una conferenza stampa in cui annuncerà anche il ricorso al Tar. 

«Avanti anche senza Fano»

Feronia assicura che saranno adottate tutte le migliori soluzioni impiantistiche e progettuali.

L’azienda auspica che il Comune di Fano partecipi al progetto ma in ogni caso procederà alla sua realizzazione avendo tutti i finanziamenti necessari.

Sebastianelli: «Intendevo altro»

Il sindaco di Terre Roveresche Sebastianelli non nega i contatti preliminari con Feronia visto che il suo primo programma elettorale comprendeva un impianto per la produzione di biometano con i rifiuti organici.

«Venne da me un emissario della società - afferma il sindaco -, volevano intervenire a Cerbara, ho fatto presente che c’era il sito di Barchi da risanare ma poi il progetto è risultato del tutto contrario alle esigenze del Comune che ha sempre dato un parere negativo».

Feronia annuncia un progetto di finanza per la copertura dell’ex discarica ma il sindaco nega che sia nel progetto autorizzato. 

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