La presidenza dell'Ata di Pesaro Urbino va allo scontro con la Regione: proposto ai sindaci il ricorso al Tar

La presidenza dell'Ata di Pesaro Urbino va allo scontro con la Regione: proposto ai sindaci il ricorso al Tar
La presidenza dell'Ata di Pesaro Urbino va allo scontro con la Regione: proposto ai sindaci il ricorso al Tar
di Lorenzo Furlani
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Giovedì 2 Febbraio 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 08:03

PESARO - La presidenza dell’Assemblea territoriale d’ambito decide di andare allo scontro con la Regione per la bocciatura del piano provinciale dei rifiuti.

Nell’assemblea riunita d’urgenza questa mattina (alle 12 in seconda convocazione) da Giuseppe Paolini, presidente anche della Provincia, i sindaci del territorio di Pesaro Urbino sono chiamati a votare la proposta di ricorso al Tar contro il provvedimento di non conformità del piano d’ambito alla pianificazione regionale emesso lo scorso 17 gennaio dalla direzione ambiente e risorse idriche della Regione. 

La non conformità

Un atto tecnico, che ha concluso un procedimento amministrativo durato anni, accompagnato da una lettera di censura politico amministrativa dell’assessore regionale all’ambiente Stefano Aguzzi, indirizzata personalmente al presidente Paolini, che mette in discussione la gestione ambientale nella provincia pesarese sviluppata in difformità dal piano regionale del 2015, ignorando in particolare i limiti posti al conferimento di rifiuti speciali non pericolosi (20% degli urbani e solo di provenienza marchigiana) volti a preservare la capienza degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti urbani.

La conseguenza è stata il riempimento di gran parte delle tre discariche definite strategiche (Ca’ Lucio di Urbino, Ca’ Asprete di Tavullia gestite da Marche Multiservizi e Monteschiantello di Fano condotta da Aset) con scarti industriali provenienti soprattutto da fuori regione, penalizzando anche le attività produttive marchigiane come ha rilevato Aguzzi e creando la necessità in un prossimo futuro di un ulteriore consumo di suolo per interrare i rifiuti urbani. 

L'indirizzo di Marche Multiservizi

Questo indirizzo è risultato particolarmente accentuato nelle discariche di Marche Multiservizi, visto che secondo i dati del piano d’ambito nel periodo 2015/2021 sono state smaltite quantità di rifiuti speciali più che doppie rispetto ai rifiuti urbani a Ca’ Asprete (541.940 tonnellate contro 254.176) e a Ca’ Lucio (184.948 tonnellate contro 82.196).

Per questo sfruttamento intensivo la capacità dell’impianto di Urbino si è già esaurita nel 2022 (nello stesso periodo di 7 anni, nella discarica di Monteschiantello sono state smaltite 206.882 tonnellate di rifiuti speciali contro 178.534 tonnellate di rifiuti urbani).

«Competente la Provincia»

La Regione ha rilevato nel piano d’ambito di Pesaro Urbino “un vizio essenziale e fondamentale” per la mancata indicazione dei quantitativi dei rifiuti da smaltire nei singoli impianti. In risposta, nel documento portato oggi alla discussione dei sindaci, l’Ata contesta in materia di igiene ambientale l’autorità impositiva della Regione.

«Le indicazioni contenute nel piano regionale (Prgr) riguardo al conferimento dei rifiuti speciali in discarica - si legge nell’atto - risultano essere indicative e non tassative; il Prgr non ha carattere prescrittivo nel definire i conferimenti in discarica, in quanto costituisce strumento di pianificazione e programmazione, certamente importante, che contiene linee generali alle quali si deve ispirare qualunque politica gestionale dei rifiuti all’interno del contesto regionale ma lascia comunque intatto il potere discrezionale dell’autorità competente (Provincia di Pesaro e Urbino) al rilascio delle autorizzazioni». Inoltre, l’adeguamento al piano regionale comporterebbe «la riduzione delle capacità finanziarie necessarie per dare attuazione agli investimenti infrastrutturali nei settori idrico e rifiuti e notevoli incrementi delle tariffe del servizio rifiuti a carico degli utenti». 

L’accordo di programma

Curiosamente, il documento non cita l’accordo di programma del 2017 che legittimava Marche Multiservizi al conferimento di quelle quantità di rifiuti per incrementare gli incassi delle discariche di Urbino e Tavullia al fine di finanziare la realizzazione a Ca' Asprete dell'impianto per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti. Un impianto che però non è mai stato costruito.

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