Dirigente Pd assunta da presidente Aset
Chiesto un vertice politico. E lei si dimette

Lucia Capodagli al passaggio di consegne con l'ex presidente Aset
Lucia Capodagli al passaggio di consegne con l'ex presidente Aset
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Venerdì 10 Aprile 2015, 18:30 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 06:31
FANO - Un nuovo caso politico coinvolge la presidenza di Aset per un'assunzione.

La presidente Lucia Capodagli, di area Pd, nominata meno di un anno fa dal sindaco di Fano Massimo Seri, ha affidato il ruolo di portavoce a Daniela D'Agata, presidente del circolo San Lazzaro del Pd e già addetta stampa del partito di Fano. Si tratta di un contratto di lavoro di natura fiduciaria, legato al mandato di presidente.



La notizia ha provocato subito tensione politica, visti i conflittuali precedenti ad Aset e in Comune in tema di assunzioni. Il capogruppo della lista civica Noi Città, Riccardo Severi, ha immediatamente chiesto al sindaco di convocare un vertice di maggioranza per fare chiarezza su questo incarico, contestandone l'opportunità politica pur manifestando rispetto per la persona coinvolta e rivendicato le battaglie politiche combattute in passato su questioni affini.



Lo stesso segretario comunale del Pd, Stefano Marchegiani, si è mostrato contrariato, lamentandosi per non essere stato informato della vicenda e chiedendo espressamente le dimissioni di Daniela D'Agata. All'interessata avrebbe lasciato la facoltà di scegliere se dimettersi dal partito e dall'incarico ad Aset e Daniela D'Agata ha firmato le dimissioni dalla presidenza del circolo di San Lazzaro e dalla segreteria comunale del Pd.



Tra l'altro all'interno della maggioranza di centrosinistra si attendono spiegazioni anche dalla presidenza di Aset, seppure sul piano della legittimità non c'è nulla di irregolare.



La questione presenta precedenti che non sono di buon auspicio per le persone coinvolte. Sono passati 10 anni da quando tutto il mondo politico fanese si rivoltò contro Enzo Cicetti, presidente di Aset nominato dalla maggioranza allora fresca di centrodestra, il quale assunse alla partecipata dal Comune la nuora con un contratto a tempo determinato, in base ad una selezione effettuata da una società esterna. Un caso che a Cicetti costò la rimozione dalla presidenza di Aset, seppure poi egli si rivalse in sede legale ottenendo dal Comune un risarcimento di circa 90 mila euro.



Le stesse forze politiche qualche anno dopo si ribellarono anche contro l'assessore Giovanni Maiorano, le cui moglie e sorella avevano partecipato (in maniera legittima) a un concorso, bandito dal Comune, raggiungendo le selezioni finali. Lo stesso Maiorano fu costretto a dimettersi.



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